Sorpresona beta Android P su OnePlus, Xiaomi, Sony e non solo: tutte le novità

Fase sperimentale ampliata oltre i Pixel grazie a partnership con Qualcomm: i grandi assenti del nuovo progetto

Android P

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La prima beta Android P è realtà e con gran stupore la fase di sperimentazione del nuovo sistema operativo Android 9.0 non riguarderà solo i device Pixel nell’orbita di Mountain View ma anche una serie di brand molto noti. Come annunciato ieri, durante la conferenza Google I/O in California, ecco che a provare il nuovo update nell’immediato saranno pure i possessori di device Xiaomi, OnePlus, Sony, Nokia,  Oppo, Vivo e Essential.

Un vero stravolgimento rispetto al passato, questo è certo. Una nuova partnership tra Qualcomm e Google ha puntato a rendere i dispositivi dei produttori su elencati con in dotazione le componenti Snapdragon 845, 660 e 636 subito pronti a ricevere i primi pacchetti sperimentali di Android P. All’appello di certo manca almeno un quartetto di brand cruciali del mondo mobile: mi riferisco a Samsung, Huawei, LG e Asus.

Quali sono le principali novità per Android P dunque? Da segnalare subito le nuove Actions, ossia  delle azioni che possono essere avviate dal launcher e proposte dal telefono sulla base delle abitudini di utilizzo di ogni singola app istallata sul telefono. Miglioreranno di certo l’esperienza utente anche le Slices, ossia la possibilità di accedere alle funzioni più utili attraverso una ricerca in Google Search.

C’è ancora da mettere subito in evidenza la nuova dashboard che con Android P ci viene in aiuto evidenziando subito il nostro tipo di utilizzo dello smartphone, ad esempio riferito a specifiche applicazioni. Google ci aiuta a limitare la dipendenza dal nostro device, fissando un timer che ci allerta quando stiamo utilizzando lo smartphone da troppo tempo. Ancora, la modalità “non disturbare” è attivabile semplicemente ponendo il dispositivo a faccia in giù su una superfice piana. Sempre in tema di novità, ecco che dopo aver impostato uno specifico orario limite della giornata, il display del device diventerà bianco e nero e quindi meno appetibile.

Android P infine, oltre ad una nuova barra di navigazione ridisegnata graficamenre e un rinnovato multitasking, introduce pure l’Adaptive Battery. Grazie al ricorso al machine learning, il telefono impara a riconoscere quali applicazioni si usano di più e quali meritano più o meno energia. Dopo attenta analisi dunque, in maniera automatica, il risveglio della CPU per determinate funzioni viene proporzionato a questi dati e limitati fino pure al 30%. Ciò significa aver garantita maggiore autonomia sul telefono.