Gravel Recensione, il tricolore invade il mondo dell’offroad

Fango a profusione e sportellate senza sosta in uno dei racing game più "sporchi" e "cattivi" degli ultimi anni

Gravel

INTERAZIONI: 7

Il rombo dei motori di Gravel è un vero e proprio annuncio alla comunità di videogiocatori appassionati di motori: Milestone è tornata, e questa volta con intenzioni del tutto diverse dal solito. Lo sviluppatore che porta in alto il nostro tricolore si affaccia nuovamente sulla scena videoludica sfornando un prodotto che di fatto rappresenta un cambio di direzione vero e proprio per meccaniche di gioco e soprattutto per target cui si rivolge, con la particolarità della sua nuova IP che si evince fin dalle primissime battute.

Fango e benzina

Per tutti coloro che nel (più o meno) recente passato hanno amato i giochi targati Milestone, la premessa fatta nella parte iniziale di questo nostro articolo vuol dire una sola cosa: fate attenzione. Attenzione perlopiù a uno stile che potrebbe non rispettare le richieste delle frange più estreme di piloti videoludici, visto lo stile peculiare che funge da fondamenta del gameplay di Gravel.

Nel più classico dei canovacci del genere, gli utenti vestiranno i panni di un pilota emergente che, lanciato nel campionato fittizio Offroad Master, arriverà a sfidare, competizione dopo competizione, i più grandi esponenti del settore. Una serie di gare preliminari permetterà di accumulare le imprescindibili stellette che di fatto fungeranno da barra di avanzamento e sbloccheranno progressivamente tutte le sfide successive in maniera assolutamente lineare. Veri e propri tronconi di sfide che culmineranno con una sorta di “boss di fine livello” con cui confrontarsi in serratissimi testa a testa, con la condicio sine qua non che sarà rappresentata dalla vittoria su tutta la linea.

Una linearità nell’avanzamento, quella di Gravel, che si riflette anche sullo sblocco di tutti i contenuti presenti nel gioco: ogni singola vettura e ogni nuovo layout di quelle già ottenute saranno infatti rese disponibili al progredire del livello del pilota, il cui aumento sarà strettamente legato alle prestazioni in pista, che garantiranno l’accumulo in diversa misura degli Show Points. Nessun sistema particolarmente astruso quindi, e che forse funge un po’ da freno alla smania dei giocatori più frenetici, che godono nello sperimentare (e sbagliare) senza essere guidati da binari invisibili.

Sfide su misura per ogni pilota

Un’esperienza ludica assolutamente quintessenziale quella di Gravel, che senza troppi fronzoli lancia nelle caotiche arene sparse in giro per il mondo: ogni avversario speciale (o boss di fine livello, che dir si voglia, ndr) avrà uno stile di guida peculiare e preferirà determinate condizioni piuttosto che altre. Tutte le gare preliminari permetteranno quindi agli utenti di familiarizzare al meglio con dette condizioni – che siano del manto stradale, del meteo e più in generale della tipologia di competizione – prima di garantire l’accesso allo “scontro finale”. Le sfide di Gravel si articolano in maniera diversa: la più classica è ovviamente la gara a giri, che trasporterà gli utenti in arene chiuse e dalla lunghezza limitata in cui dare il meglio di sé evitando ogni errore, vista la limitata possibilità di porre rimedio. Ci saranno poi le gare Checkpoint, dove varie “porte” saranno disseminate lungo il percorso, e quelle Time Attack, dove la corsa sarà in solitaria contro il cronometro e (a distanza) contro i tempi fatti segnare dagli avversari. Non mancherà poi Eliminazione, dove ogni trenta secondi l’ultimo verrà automaticamente escluso dalla corsa, fino a che non ne rimarrà in pista uno solo. Particolarissima è invece la competizione Smash Up: qui i giocatori si troveranno dinanzi lungo il percorso cartelli con segnali verdi e rossi, che rispettivamente permetteranno di passare senza patemi o rallenteranno la corsa dell’auto, nel momento in cui verranno colpiti. Centrarne almeno uno e obbligatorio, e tutto sarà rimesso alla prontezza di riflessi (e alla clemenza della telecamera).

Caduta di un Grave(l)

Dimenticate la guida ultra realistica di altri esponenti del genere racing: in Gravel ogni cosa è stata concepita per garantire la totale accessibilità alla guida. Il tutto si traduce in un modello di guida semplificato anche senza l’ausilio degli aiuti, con una sensazione di velocità estrema a cui si unisce un sistema di frenata abbastanza deciso, che consente di arrestare la corsa delle vetture in pochi metri. I diversi fondali su cui si correrà offriranno varie tipologie di grip che subiranno in maniera netta gli effetti del meteo, sebbene nel corso della nostra prova le uscite di pista (passando da asfalto all’erba a bordopista) non comportavano perdite di velocità o di stabilità evidenti: un lavoro quindi sì interessante quello svolto da Milestone in Gravel, ma che non riesce a risultare efficace in ogni singolo frangente del titolo.

Visivamente Gravel riesce senza ombra di dubbio a gratificare le pupille dei videogiocatori. I numerosi paesaggi confezionati dagli sviluppatori saranno infatti il palcoscenico ideale su cui sfidarsi oltre i limiti di velocità, sebbene non sia tutto oro quello che luccica. Non sono pochi infatti i cali di framerate ravvisati – soprattutto nei frangenti di maggiore affollamento sullo schermo – senza poi dimenticare il fastidioso effetto pop up che portava alla comparsa dal nulla di ciuffi d’erba su diverse piste. Piccolezze, certo, ma che che potrebbero infastidire chi è alla ricerca di un prodotto rifinito sotto ogni punto di vista.

Conclusioni

Insomma, Gravel è senza ombra di dubbio un gioco dal sapore particolare, non adatto proprio a tutte le tipologie di piloti (fuggite via se siete alla ricerca di un titolo simulativo), sebbene sia fuori discussione l’indiscutibile immediatezza di un gameplay che lancia da subito all’interno dell’azione, senza troppi fronzoli. Ognuno troverà la sfida adatta alle proprie esigenze, settando adeguatamente aiuti e osticità dell’IA, con l’unica necessità di chiudere un occhietto su qualche magagna tecnica.

Pro:

Contro:

VOTO GLOBALE: 7