Belli di papà, stasera in prima tv con Diego Abatantuono terapie d’urto per bamboccioni

Un imprenditore per rimettere in riga i viziatissimi figli inscena una bancarotta fraudolenta. Così la famiglia scappa, e i tre ragazzi milanesi da aperitivo si ritrovano catapultati a Taranto. E devono rimboccarsi le maniche. Appuntamento alle 21.10 su Canale 5.

Belli di papà con Diego Abatantuono, stasera in prima tv

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Ricordate la stagione dei “bamboccioni” e dei giovani schizzinosi (“choosy”, come disse Elsa Fornero) che non hanno voglia di lavorare? Sono loro i protagonisti di Belli di papà di Guido Chiesa, stasera in prima tv su Canale 5, i figli di Vincenzo (Diego Abatantuono) – imprenditore nato a Taranto che ha sfondato a Milano –, viziatissimi e irresponsabili: Chiara (Matilde Gioli) passa da un brunch a un’apericena, accompagnata dal boyfriend maneggione (Francesco Facchinetti), che Vincenzo ha ribattezzato inequivocabilmente “il coglione”; Matteo (Andrea Pisani), imprenditore per interposta persona, non ha mai lavorato in vita sua, pieno di idee una più fallimentare (e costosa) dell’altra; Andrea (Francesco Di Raimondo), anima bella, eterno fuori corso in filosofia con la passione per le over cinquanta.

Insomma, un disastro. Il padre, anche vedovo, opta per una soluzione drastica. Inscena una bancarotta fraudolenta che costringe la famiglia alla fuga nottetempo, senza una lira in tasca. Meta, la casa natale tarantina, ora una catapecchia fatiscente. Da lì dovranno ripartire i ragazzi, rimboccandosi le maniche e sudando parecchio tra lavoretti precari: cameriera, venditore porta a porta, manovale. Ma è un inizio e il modo per riflettere su se stessi. Cosa che deve fare anche Vincenzo, workaholic che a casa recupera ritmi di vita e legami d’un tempo, riscoprendo il gusto di stare coi figli, colpevolmente trascurati per l’ossessione carrierista.

Belli di papà non parla di precarietà, litania onnipresente in tutte le salse nel cinema italiano d’oggi, comiche, drammatiche, persino fantascientifiche (Addio fottuti musi verdi dei Jackal). Qui il tema è l’immaturità, e il conflitto tra generazioni che non si parlano e hanno perso la curiosità di conoscersi. Il tono è quello d’una commedia leggera con ambizioni: purtroppo Guido Chiesa, che aveva offerto prove più impegnative (Il partigiano Johnny, Io sono con te), è probabilmente a disagio col genere, ed esagera, inanellando eufemismi e clichés, in parte ereditati dal film messicano (Nosotros los nobles) da cui ha tratto il remake.

La Taranto di Belli di papà non è quella industriale dell’Ilva, ma la città vecchia, più facile da raccontare come luogo anche di degrado, ma soprattutto meridiano, assolato e lento, per carità pieno di ragazzi in gamba che hanno pure studiato, ma in sostanza conciliante e fuori del tempo. Abatantuono, con lo sguardo malinconico dell’uomo che fa i conti con i propri errori, trova una nota credibile che in parte riscatta la facilità fiabesca dell’assunto (il film, coprodotto dalla sua Colorado Film, è cucito addosso a lui).

Tutto il resto è semplicistico, nella scansione tranquillizzante di chiare opposizioni: nord e sud, padri e figli, cinismo e sincerità, bamboccioni e lavoratori. E l’idea che, a contatto con una realtà difficile ma più verace, si ritrovino i veri valori, che comprendono famiglia, figli e masseria/ristorante “elegante ma semplice, raffinato ma genuino”. La Film Commission Puglia ringrazia.

Belli di papà (2015), di Guido Chiesa, con Diego Abatantuono, Matilde Gioli, Andrea Pisani, Francesco Facchinetti, stasera in prima tv su Canale 5, ore 21.10.