Sotto Copertura 2 è la vera storia dell’arresto di Zagaria e un tributo a Pisani senza i rischi di Gomorra

Presentata alla stampa la serie tv Sotto Copertura 2, la vera storia dell'arresto del boss Michele Zagaria: ecco perché è anche un riconoscimento al capo della mobile Vittorio Pisani

Sotto Copertura 2, la vera storia dell'arresto del boss Michele Zagaria

INTERAZIONI: 13

Sotto Copertura 2 – La cattura di Zagaria si apre con uno spettacolare blitz con tanto di inseguimento in mare: inizia così, con una buona dose d’azione favorita da una regia dinamica e attenta alla resa estetica, il racconto delle indagini del capo della mobile di Napoli Michele Romano e della sua squadra impegnati nella caccia al boss dei boss, Michele Zagaria (un credibile Alessandro Preziosi nei panni dello spietato capoclan).

La nuova stagione della serie, in onda dal 16 ottobre, non è un sequel, piuttosto un capitolo a sé stante di un racconto che prende le fila dal precedente (l’arresto di Antonio Iovine, sempre ad opera del protagonista Romano) ma che, spiega la direttrice di Rai Fiction Tini Andreatta, può essere vista anche senza conoscere la prima. Si tratta insomma del primo tentativo di serie antologica per la Rai.

Alcuni personaggi, come quello di Michele Romano, sono già noti al pubblico della prima stagione. Il protagonista Claudio Gioè incarna il vero del capo della mobile Vittorio Pisani, nella serie con un nome differente per una questione di riserbo e di cautela, visto che all’epoca della prima stagione c’era a suo carico un processo pendente per presunte collusioni camorristiche. E proprio il primo episodio mostra il superlatitante Zagaria, costantemente rinchiuso in un bunker sotto i reticoli di case della sua Casapesenna da cui riesce a gestire tutti gli affari del clan, adoperarsi per distruggere la sua reputazione attraverso sospetti di favoreggiamento della camorra, che si tradurranno in un’indagine interna della polizia su come Pisani gestisce i suoi informatori e su quanto si sporchi le mani nel trattare con loro per far avanzare le sue indagini.

Matilde Bernabei di Lux Vide, che produce la serie in 4 puntate da 8 episodi insieme a Rai Fiction, nel presentare il progetto alla stampa ha spiegato che questo racconto vuole essere proprio un tributo al valoroso funzionario di polizia che ha arrestato due dei boss più temibili della camorra napoletana e che è stato infangato da alcuni affiliati ai clan in un’operazione di calunnia orchestrata per screditare il suo operato.

Questa serie trae ispirazione dalla realtà: è la vera storia del capo della mobile di Napoli Pisani, rimosso dal suo incarico a causa di un piano della camorra che con false prove lo ha fatto accusare di presunto riciclaggio di soldi della camorra. Pisani è un uomo dalla qualità professionale e umana enorme. Abbiamo voluto così rendergli l’onore delle armi, visto che anche da accusato di collusioni con la camorra riesce a catturare Zagaria e continua a voler guidare la squadra verso il risultato.

Anche il produttore Luca Bernabei sottolinea l’aspetto del tributo a Pisani e in generale a tutte le forze dell’ordine per il loro contributo alla causa della legalità. Sotto Copertura non vuole mitizzare figure inquietanti né incoraggiare alcuna fascinazione per le organizzazioni criminali (quella di cui si è tanto parlato in questi anni in merito ai potenziali effetti di prodotti crime dedicati alle mafie come Gomorra), piuttosto raccontare che “il male non è vincente, il male non paga: e questo va detto in un paese come il nostro che ha bisogno di riscatto ed esempi positivi“. Nel finale oltre alla scena della cattura di Zagaria il pubblico vedrà anche immagini inedite di quei momenti, alcune girate dai poliziotti coi loro cellulari durante il fermo del boss (tutti gli esterni sono girati nelle zone in cui i fatti sono avvenuti).

Il regista Giulio Manfredonia parla di un racconto che somiglia “quasi a una guerra civile“, in cui bene e male si contrappongono creando anche zone grigie in cui sembrano confondersi, anche se alla fine la giustizia trionfa.

In quelle zone l’economia è mossa dalla camorra, la vittoria dello Stato è portare la gente dalla sua parte. Il commissario Pisani si sporcava le mani durante le sue inchieste: i contorni di bene e male sono molto chiari, ma ci sono molte sfumature in questa storia. Su Zagaria abbiamo fatto uno studio importante: è un uomo che ha una visione complessa del rapporto tra camorra e Stato, considera la sua organizzazione come uno Stato dentro lo Stato. La narrazione poi mischia privato e pubblico, ma il segnale più rilevante da trasmettere è che quella dei camorristi è una vita di merda: Zagaria era un cultore dell’edonismo e amava il potere ma viveva rinchiuso in un bunker. La prima stagione è stata per noi un esperimento, il secondo capitolo è un racconto più coraggioso.

Lo sceneggiatore Francesco Arlanch ha spiegato quanto di vero ci sia in questo adattamento per la tv di una storia reale.

Il rischio di retorica nel raccontare l’eroismo della polizia non c’è quando osservi il loro lavoro quotidiano: per anni, ad esempio, hanno dovuto spulciare la spazzatura per cercare indizi su Zagaria, con straordinari non pagati. Con materiali come questi si cerca di essere fedeli il più possibile ad una verità che è tanto originale da essere incredibile. Alcune cose le abbiamo dissimulate per proteggere gli informatori che sono ancora sul territorio napoletano, e abbiamo fatto sintesi narrative per raccontare in otto episodi quello che è successo in diversi anni, ma la storia è vera e girata sui luoghi in cui è accaduta.

Sotto Copertura 2 debutta coi primi due episodi lunedì 16 ottobre su Rai1.