How to Get Away with Murder 4×02 avrebbe dovuto essere la première: recensione e promo 4×03

La nostra recensione di How to Get Away with Murder 4x02, secondo episodio della nuova stagione andato in onda giovedì 5 ottobre negli USA

le regole del delitto perfetto

INTERAZIONI: 91

Attenzione! La recensione contiene spoiler parziali sulla trama di How to Get Away with Murder 4×02.

Dopo una première decisamente deludente, con un terribile sapore di dejà-vu e un altrettanto sgradevole odore di noia, How to Get Away with Murder spiazza la sua audience con un secondo episodio quasi all’altezza della prima e gloriosa stagione. Sì perché “I’m not her”, andato in onda negli USA lo scorso 5 ottobre, ha tutte le carte in regola per prevedere uno sviluppo dei fatti per nulla banale o scontato, messaggio decisamente opposto a quello inviato dall’episodio della scorsa settimana.

Per questa analisi vorrei partire dalla fine, ossia dal flashforward, che sin dal primissimo episodio di HTGAWM è una parte integrante – se non il vero cuore – di ogni episodio della serie. Se quello proposto dalla première era insipido e per nulla misterioso, quello di questa settimana è un vero e proprio ritorno alle origini: qualcuno è morto o ferito gravemente nella stanza di Annalise, come testimoniano le tracce di sangue che la neo-procuratrice Bonnie (di cui dopo parleremo approfonditamente) osserva. In tutto questo sulla segreteria di AK viene lasciato un messaggio sibillino dal suo terapista, che riguarda Laurel e il suo bambino. Annalise è viva? O è lei il morto nella sua stanza? Cosa è successo a Laurel? C’entra il signor Castillo? Il terapeuta ha una doppia vita? Dove si pone in classifica AK tra la Signora in Giallo e Detective Conan in termini di (portare) sfiga?

Scherzi a parte, è chiaro che qui siamo di fronte a quello che sembra un mistero ben intricato, diverso anche dal seppur scenografico “chi è morto nell’incendio” della terza stagione: qui, se l’istinto non inganna, stiamo andando incontro a trame e segreti ben intrecciati, che poi è esattamente quello che ci aspettiamo da How to Get Away with Murder – e che da un paio di stagioni la serie di Pete Nowalk fatica a darci.

Le stesse trame sono quelle che sembra stia tessendo Laurel, che ha un’idea tutta sua su come incastrerà suo padre che nessuno, men che meno noi che guardiamo, ha ancora capito. La giovane Castillo sembra davvero una piccola Annalise, quando all’inizio della serie era quella che aveva sempre un piano per fregare tutti: forse è lei quella che tra tutti i Keating 5 (pace all’anima di Wes) ha metabolizzato meglio gli insegnamenti del suo mentore, come testimonia la sua non volontà di rimettere la propria vita, segnata da un evento terribile come la morte di Wes, su binari “sicuri” come invece provano a fare Michaela, Asher e Connor.

A proposito di questi ultimi, oltre al fatto che comincia a sentirsi la mancanza della barba di Connor, va detto che Michaela e Asher sono una magnifica creazione: quella che sembrava la più improbabile delle coppie è invece diventata la più solida, perché entrambi sono capaci di sopperire alle mancanze dell’altro. Lo dimostra la bellissima scena in cui Michaela, che un secondo prima si è dimostrata un perfetto animale da ufficio interagendo alla perfezione coi soci dello studio legale, consiglia ad Asher di andare a prendere a calci il cestino del bagno, riservando poi a Simon l’agghiacciante promessa di un banchetto a base dei suoi testicoli qualora rivolgesse di nuovo la parola al suo uomo. Due parole: beast mode.

Arriviamo infine ad Annalise, che come sempre è il capolavoro di ogni episodio: How to Get Away with Murder 4×02 non fa eccezione. “Non sono lei” promette al terapista(-futuro amante?-partner in crime?), eppure l’azzeccatissimo montaggio che la vede alternarsi tra il divano dello studio e l’aula di tribunale vorrebbe suggerire il contrario. Vederla tornare a praticare la sua professione è una soddisfazione, soprattutto in un caso per cui si batte così ferventemente: l’unica differenza tra lei e Jasmine è che lei non ha una Annalise che la salverà per darle un nuovo inizio. Anzi, lei ha una Bonnie che è diventata la peggiore dei procuratori in soli tre giorni [cit. Nate], ha un Frank che per quanto le dica di volerle stare accanto è più simile a una presenza oscura che ad altro. Ha un seguito di “Annalisisti anonimi” che devono riprendersi dalle conseguenze della sua vicinanza. Il problema è che nessuno pensa mai a come si senta lei.

La domanda a questo punto è una sola. Perché non è questa la première? Perché tutti i noiosissimi eventi del primo episodio non sono stati relegati a una o due scene, o magari tenuti per qualche episodio dopo? Perché aprire in sordina e poi spiazzarci con una simile dimostrazione di smalto splendente? Annovereremo anche questo tra i misteri che Pete Nowalk ha organizzato per noi, sperando come sempre, con un pizzico di incoscienza, di non rimanere traditi da quella che con questo secondo episodio si prospetta una stagione interessante.

L’episodio 4×03 “It’s For the Greater Good” di How to Get Away with Murder andrà in onda negli USA il prossimo giovedì 12 ottobre.

Ecco il promo del prossimo episodio, grazie a nostri amici di Subtitles On Demand.

Pubblicato da Le Regole del Delitto Perfetto su Venerdì 6 ottobre 2017