I bastardi di Marechiaro dovranno fare i conti con la giustizia. Un piccolo angolo di paradiso è diventato un inferno per una 15enne che a Marechiaro – l’angolo più romantico della costa di Napoli – ha dovuto subire una terribile violenza di gruppo. La ragazzina dopo il tremendo stupro, ha avuto il coraggio di confidarsi con la mamma e di cominciare a cercare i suoi aguzzini. Li ha infine trovati su facebook riconoscendone il volto ed il sorriso beffardo. I bastardi di Marechiaro sono suoi coetanei, conoscenti, qualcuno forse anche un amico prima che si scatenasse l’insana voglia e la terribile violenza.
L’episodio è inquietante. Perché tanta brutalità nei confronti di una ragazzina che semplicemente non aveva voglia di far sesso, ma voleva soltanto godere della compagnia, di qualche sguardo e di qualche parola piena di desiderio? L’adolescenza è l’età delle tempeste ormonali. Si prende consapevolezza del proprio corpo, i desideri crescono d’intensità. E sotto il sole con i corpi bagnati ed abbronzati le pulsioni arrivano a mille. E’ l’ordine naturale delle cose. E’ bello, è sano avere questi desideri che possono diventare baci, carezze sempre più spinte, corpi uniti. Ma bisogna esser in due a desiderarlo. A Marechiaro ed in qualsiasi altra parte del mondo.
Perché questi ragazzi non hanno voluto e saputo fermarsi? Perché infierire in branco su di una ragazzina che non aveva voglia dei loro corpi? E’ la terribile conseguenza della mercificazione del corpo femminile. La pubblicità promuove i prodotti ed i servizi ostentando giovani corpi femminili sempre più scoperti ed ammiccanti. S’impone l’idea che quei corpi siano a disposizione di chi voglia usarli come un profumo, una capo di abbigliamento, un’autovettura. Ed i più deboli e vigliacchi pretendono di far quello che vogliono della malcapitata di turno anche nel paradiso di Marechiaro.
E’ giunto il tempo, a questo potrebbe dedicarsi la Presidenta Boldrini tanto attenta alle vocali finali, che il Parlamento metta i veli alla pubblicità, che si vieti esplicitamente l’ostentazione del corpo femminile per la propaganda, che si tuteli la dignità delle donne e la sicurezza delle ragazzine le più esposte a questa deriva etica e comunicazionale.