Durissimo Riccardo Cocciante su The Voice of Italy: “I cantanti mi hanno fatto pena, abbandonati e bruciati”

Molto negativo il giudizio di Riccardo Cocciante su The Voice of Italy: il talent è accusato di illudere e sfruttare i concorrenti per poi dimenticarli

The Voice of Italy 2: Cocciante alle Battle

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È decisamente negativo il giudizio di Riccardo Cocciante su The Voice of Italy: il cantautore, musicista e produttore si era prestato a ricoprire il ruolo di giudice nel talent show di Rai2 per la prima edizione del programma, che aveva entusiasmato il pubblico per l’accattivante meccanismo di gara con cui venivano selezionati i concorrenti.

Eppure nessuno dei talenti di The Voice, negli anni, è riuscito ad affermarsi sulla scena mainstream, nemmeno i partecipanti alle edizioni di maggior successo come quella che ha visto il debutto da coach di J-Ax. Il meccanismo usa e getta dei talent ha trovato in The Voice la sua esemplificazione più evidente: le case discografiche non hanno mai investito sui concorrenti e nemmeno i vincitori sono riusciti ad ottenere un’affermazione che andasse oltre la pubblicazione di un primo Ep o album previsti dal montepremi in palio.

Durante l’unica edizione in cui ha partecipato al programma, quella del 2013, Cocciante è riuscito a portare alla vittoria Elhaida Dani e ha scritto per lei il singolo Love Calls Your Name: la vincitrice della prima edizione del talent show ha trovato proprio in Cocciante un vero mentore, visto che è diventata Esmeralda nello spettacolo francese di Notre Dame, l’opera popolare di cui il cantautore ha scritto le musiche.

L’artista, intervistato da Libero, ha fatto un’analisi molto critica del talent e dei suoi effetti sui partecipanti, spiegando di aver provato “molta pena” per la sorte di molti di loro, illusi dalle case discografiche e poi rapidamente dimenticati.

La cosa interessante è scegliere i ragazzi senza vederli. Non ci si dovrebbe far influenzare dall’aspetto. Quello che non mi è piaciuto, però, è stato trovarmi a dover escludere delle persone. Non l’ho rifatto anche perché questi interpreti, una volta finito il talent, vengono completamente abbandonati. E rimangono bruciati da quello che hanno fatto. Le case discografiche ormai non investono più, è questa la pecca principale. All’epoca ci facevano crescere, il primo disco non era quasi mai un successo. I ragazzi ora sono scoraggiati, perché non hanno nessuno che creda in loro. Quindi si salvano entrando a far parte di una moda, facendo canzoni ammiccanti che non possono piacere al primissimo momento. Noi potevamo, invece, andare controcorrente e presentare cose che non esistevano. Ho avuto molta pena per i ragazzi di The Voice, dopo tutti gli sforzi fatti, buttati via perché non servivano più.

Rai2 ha deciso di non rinnovare The Voice of Italy dopo gli ascolti non entusiasmanti della quarta edizione.