Veloce come il vento, stasera in prima tv il film con Stefano Accorsi

Appuntamento alle 21.20 con il film diretto da Matteo Rovere. Il giovane regista e produttore è uno dei nomi di punta del nuovo cinema italiano che per rinnovarsi guarda ai generi americani. Con questo film Accorsi ha vinto il David di Donatello per il miglior attore.

Veloce come il vento stasera in tv il film con Stefano Accorsi

INTERAZIONI: 67

Stasera alle 21.20 su Rai Tre c’è in prima tv Veloce come il vento con Stefano Accorsi, diretto da Matteo Rovere. La carriera di questo regista 35enne mostra bene quel che di nuovo sta avvenendo nel cinema italiano, perché oltre ai tre film all’attivo, Rovere è un produttore che si misura con contenitori e linguaggi diversi, dalle webserie (The Pills) sino a quel prodotto cinematografico seriale unico nel panorama italiano che è Smetto quando voglio di Sydney Sibilia.

Lo sguardo dell’ultima generazione di autori, dal Gabriele Mainetti de Lo chiamavano Jeeg Robot sino al Vincenzo Alfieri de I peggiori, è fisso sui generi americani. Lo stesso accade a Rovere, dall’heist movie alla Ocean’s Eleven di Smetto quando voglio fino al genere automobilistico di Veloce come il vento, che ha pochissimi precedenti nel cinema italiano, pieno di inseguimenti in auto nei poliziotteschi anni Settanta, ma avaro di veri film di corse.

I casi migliori però sono sempre quelli in cui il genere di provenienza viene calato nel contesto italiano, dando vita a film capaci di adattare il contenitore alle nostre storie e alla nostra sensibilità. Accade così in Jeeg Robot, nel quale grazie all’ambientazione di borgata il film supereroistico acquista una profondità, una malinconia non rintracciabili nei corrispettivi statunitensi (l’ha detto persino Variety). Non diversamente, Veloce come il vento cala la sua vicenda di bolidi a trecento all’ora nell’ambiente naturale dell’Emilia Romagna, raccontando non i campioni celebrati ma il mondo delle competizioni di provincia, dove si consumano passioni e delusioni di piccola gente con grandi sogni.

Al centro di Veloce come il vento c’è Loris (Accorsi), il “ballerino”, ex grande promessa dell’automobilismo ormai tossicomane. Alla morte del padre torna a casa e ritrova la sorella Giulia (Matilda De Angelis), diciassettenne di belle speranze che gareggia nel campionato GT, e un fratellino di 5 anni, Nico (Giulio Pugnaghi). Loris è l’unica possibilità dei due ragazzi per evitare l’affido. Poiché il padre per raggranellare i soldi per gareggiare s’era ipotecato la casa, Giulia è obbligata a vincere il campionato. E l’unico allenatore che può permettersi è il fratello maggiore, inaffidabile ma marchiato dal talento.

Veloce come il vento non si risparmia qualche cliché: la parabola di Loris tra caduta e rinascita, l’addestramento alla corsa di Giulia come educazione alla vita, l’immancabile tuffo in piscina come metafora di rigenerazione per Loris e d’iniziazione per Nico. Però il film funziona e Rovere, oltre all’innegabile talento nelle scene d’azione, è attento anche nella direzione degli attori. Una sorpresa l’esordiente De Angelis, e bravo Stefano Accorsi, che vince la scommessa d’un ruolo ad alto rischio caricatura (lo sgradevole drogato con accento emiliano strascicato). Agli ultimi David di Donatello, Veloce come il vento ha ottenuto 16 nomination e 6 statuette, tra cui quella ad Accorsi: segno che i nuovi autori hanno fatto breccia nel cinema italiano mainstream, contribuendo piano piano a cambiarlo.

Veloce come il vento (2016), di Matteo Rovere, con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Paolo Graziosi, stasera in prima tv su Rai Tre, ore 21,20