Mara Maionchi sui giudici di X Factor 11 si lascia sfuggire le prime impressioni ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
A domanda diretta su chi avesse le maggiori possibilità tra i suoi colleghi giudici del talent di Sky di essere mandato a quel paese, la Maionchi ha risposto di ritenere una bella squadra quella dei 4 artisti seduti quest’anno dietro al bancone.
“Fedez mi piace, è un marketing, è un signore che ha idea di che cos’è un prodotto discografico” ha dichiarato la produttrice discografica, complimentandosi con il rapper per il suo essere innovativo nella scena musicale di cui è protagonista, paragonandolo a Rovazzi, che pur non essendo particolarmente dotato a livello musicale, ha saputo inventare a livello visivo con i suoi video qualcosa di geniale.
A proposito della giovane Levante invece, Mara Maionchi ha affermato di trovarla molto interessante da capire, ritenendola un’autrice che si è fatta con internet e capace con gli ultimi due brani di scrivere testi che la discografica considera fin rivoluzionari.
Su Manuel Agnelli invece ha detto di vederlo al suo fianco come l’altro vecchietto del team, pur non condividendone tutte le idee musicali, citando in particolare i commenti del frontman degli Afterhours sui Queen.
Sul vestire nuovamente i panni di giudice, Mara Maionchi si è detta felice, ma titubante: “Io me ne stavo così bene a fare le mie stron**te ad Extra Factor“, ha detto, aggiungendo che le sue preoccupazioni sono inerenti alla responsabilità che il ruolo di giudice comporta nei confronti dei ragazzi, dei loro sogni e di una loro possibile carriera nel mondo musicale.
Non solo intrattenimento e talent per Mara Maionchi, che durante l’intervista ha toccato anche temi più delicati e personali, aprendo la chiacchierata proprio parlando del tumore che l’ha colpita al seno e di come il cancro sia qualcosa che lascia un segno nel profondo anche di chi guarisce, non sapendo mai se il male si ripresenterà o meno.
La produttrice discografica ha ribadito l’importanza della prevenzione, sottolineando quanto lei non avesse casi in famiglia che potessero portarla a prestare particolarmente attenzione al “signore oscuro” e che sia stata solo una botta di cu*o a portarla ad avere una diagnosi tempestiva.