The Judge, stasera in prima tv il film con Robert Downey Jr. e Robert Duvall

Appuntamento su Rete 4 alle 21.15 col film di David Dobkin. Sembra un legal drama, ma in realtà è un mélo in piena regola, con al centro una storia familiare di rancori e sensi di colpa. Troppi colpi di scena. Ma i due protagonisti tengono gli spettatori incollati allo schermo.

Stasera in prima tv su Rete 4 The Judge con Robert Downey Jr.

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Hank Palmer (Downey Jr.) specializzato nella difesa di malviventi, è un avvocato di successo di Chicago, stile aggressivo, auto sportive, moglie da copertina. Mentre sta patrocinando una causa viene informato della morte della madre. Allora è costretto a tornare a casa, nel paesino dell’Indiana che ha cercato di dimenticare per tutta la vita, ancora presidiato dall’amato-odiato padre Joseph (Robert Duvall), inflessibile giudice della contea – è andato in tribunale pure il giorno del funerale della moglie.

I rapporti tra i due restano tesissimi, per insanabili differenze caratteriali – austero il padre, ribelle Hank. Lui ha deciso di rimanere in città giusto il tempo delle esequie. Ma il padre viene arrestato con l’accusa di omicidio, e il figlio ne assume la difesa.

Dopo varie commedie leggere, David Dobkin dirige The Judge, suo primo film drammatico, stasera in prima tv su Rete 4 alle 21.15, con la coppia Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Il risultato è un curioso melodramma travestito da courtroom drama. Infatti ci sono tutti gli elementi principali del genere processuale, dallo scontro con l’avvocato dell’accusa (un glaciale ma cavalleresco Billy Bob Thornton) ai colpi di scena legati alla causa (la vittima è legata al più grande errore di valutazione del giudice Joseph nella sua vita professionale).

Ma The Judge è inequivocabilmente un melodramma, con al centro questa famiglia che Hank definisce “un dannato quadro di Picasso”, cristallizzata intorno a recriminazioni, sensi di colpa, rancori, alle cicatrici d’un passato che non passa. Hank si sente ancora responsabile dell’incidente che ha stroncato la carriera del fratello Glen (Vincent D’Onofrio), e il padre padrone Joseph ancora gli rinfaccia errori e manchevolezze. Eppure è a lui che affida la sua difesa: e quell’aula di tribunale diviene idealmente il luogo in cui giudicare non tanto le colpe processuali – tutto sommato chiare – ma i peccati di famiglia, per ritrovare un modo diverso e finalmente sereno per stare insieme.

The Judge è oberato da troppe linee narrative – c’è la vicenda del terzo fratello affetto da disabilità mentale, l’incontro di Hank con la fidanzata del liceo, una sospetta paternità, il tema della malattia – e, di conseguenza, troppe scene ad alta temperatura. Eppure, sebbene nei suoi eccessi possa bene essere rubricato nella categoria “turgido melodramma”, The Judge si fa notare per il modo, anche impudico, in cui mescola i generi. Grazie al quale il personaggio di Hank passa accettabilmente dal cinismo da avvocato d’assalto – “tutti vogliono Atticus Finch fino a quando non c’è una prostituta morta nella vasca idromassaggio” – sino alla commozione dell’uomo capace di dissotterrare i propri sentimenti, e perdonare e perdonarsi.

Funziona, ovviamente, il gioco d’attori tra due dei migliori interpreti delle rispettive generazioni, il leggendario Robert Duvall, che mantiene tutta la forza iconica della sua recitazione misurata, e il più istrionico Robert Downey jr., qui più controllato rispetto alle sue guasconerie supererostiche. Il tipo di film che, pur nei suoi limiti, tiene lo spettatore incollato allo schermo.

The Judge (2014), di David Dobkin, con Robert Downey Jr., Robert Duvall, Vincent D’Onofrio, stasera in prima tv su Rete 4, ore 21.15.