Tredici non piace proprio a tutti: gli esperti contro il suicidio mostrato in 13 Reasons Why

La morte di Hannah Baker come mostrata in Tredici potrebbe essere più dannosa che utile nella prevenzione del suicidio

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La morale di Tredici sembra chiara ai più: essere gentili col prossimo anziché maltrattarlo senza motivo potrebbe salvare una vita. Eppure, secondo gli esperti in prevenzione del suicidio, 13 Reasons Why rischia – pur in buona fede – di essere più dannosa che utile.

Attenzione! Da qui in poi ci sono alcuni spoiler sulla vicenda e sull’episodio finale di Tredici – 13 Reasons Why.

La serie, basata sul romanzo omonimo di Jay Asher, racconta le motivazioni per cui la diciassettenne Hannah Baker si è tolta la vita: la ragazza ha inciso dei nastri per spiegare in che modo alcuni dei suoi compagni di scuola hanno contribuito a questa decisione. Tredici, nell’episodio finale, include una rappresentazione grafica del suicidio di Hannah, che si apre le vene del polso con una lametta: “Abbiamo lavorato sodo per non risultare gratuiti, ma volevamo che fosse doloroso da guardare perché volevamo rendere chiaro che in nessun modo e per nessuna ragione vale la pena suicidarsi” ha dichiarato in proposito il creatore della serie Brian Yorkey.

Esiste tuttavia una lista di istruzioni per i media stilata dagli esperti in prevenzione del suicidio, “Raccomandazioni per la rappresentazione del suicidio”, nella quale si enfatizza come il suicidio sia solitamente la somma di molti fattori, tra cui un disturbo mentale: non si tratta di qualcosa per cui si può incolpare una persona o un evento. Gli esperti dissuadono dal mostrare il suicidio nel dettaglio, dal momento che alcuni studi hanno provato che potrebbe portare ad un “contagio” di suicidi, magari eseguiti proprio come visto in alcuni prodotti mediali.

Dan Reidenberg, direttore esecutivo della Suicide Awareness Voices of Education (SAVE), ha detto di aver ricevuto molte chiamate e email dai genitori e dai consulenti scolastici riguardo Tredici. “C’è molta preoccupazione nella comunità per la prevenzione del suicidio riguardo questa serie” ha detto, spiegando che il fatto che la storia sia raccontata da Hannah stessa dopo la sua morte in qualche modo romanzi il suo suicidio, rischiando di trasmettere il messaggio sbagliato: “I giovani non sono molto bravi nel distinguere la finzione dalla realtà” ha continuato Reidenberg, “E la cosa è ancora più difficile se stai lottando con i tuoi pensieri“. In merito alla dichiarazione di Yorkey sulla necessità di mostrare il suicidio di Hannah, Reidenberg si è così espresso: “Non c’è nessuna ragione o alcuna giustificazione per cui qualsiasi tipo di prodotto – di intrattenimento o notiziario – debba essere così descrittivo ed esplicito“.

La buona fede di 13 Reasons Why è stata ribadita anche da Selena Gomez, produttrice esecutiva, nel breve documentario a commento della serie Beyond the Reasons: “Volevamo farlo in maniera onesta, e volevamo fare in modo di aiutare le persone, perché il suicidio non dovrebbe mai essere un’opzione“, ha detto. Tuttavia, come ha notato l’esperta in prevenzione del suicidio MollyKate Cline in un editoriale per Teen Vogue, Tredici non riesce a mostrare una valida alternativa al suicidio: Hannah infatti non parla mai dei suoi pensieri ai genitori o agli amici. L’unico a cui si rivolge è il consulente scolastico, il signor Porter, che tuttavia non risponde al suo grido d’aiuto e anzi, la fa sentire persino colpevole per la situazione che sta attraversando. Sulla figura di Porter si è espresso anche Dan Reidenberg, secondo il quale il consulente scolastico della serie “manda un messaggio orribile“.

Un rappresentante di Netflix ha parlato in una email di come siano stati consultati quattro esperti in salute mentale nello scrivere la serie, i quali hanno tutti fornito il loro feedback a Brian Yorkey durante la stesura dei copioni. Inoltre, Netflix fa notare come venga più volte proposto il sito della Jed Foundation, associazione in favore della prevenzione del suicidio, e come gli episodi più crudi – incluso quello contenente il suicidio di Hannah – siano accompagnati da un avvertimento di visione responsabile causa immagini forti.

L’effettiva utilità di Tredici nella prevenzione dei suicidi è quindi oggetto di pesanti discussioni, tra chi mette in guardia riguardo i potenziali risvolti negativi della serie e chi invece ne esalta le buone intenzioni. Voi da che parte state?

Fonte: ChicagoTribune