La scuola più bella del mondo, stasera in prima tv il film con De Sica e Papaleo

Appuntamento su Canale 5 alle 21.10 con la commedia di Luca Miniero. Che reduce dal successo di Benvenuti al Sud, punta ancora una volta sull'incontro-scontro tra settentrionali e meridionali. Qua e là strappa il sorriso. Ma Miniero dovrebbe trovare il coraggio di cambiare.

La scuola più bella del mondo, prima tv su Canale 5 con De Sica e Papaleo

INTERAZIONI: 8

Stasera in prima tv su Canale 5 c’è La scuola più bella del mondo, con Christian De Sica e Rocco Papaleo. Regista, Luca Miniero: natali e formazione napoletani, carriera a Milano, prima eccellente pubblicitario, poi cineasta. La sua esperienza deve avergli confermato quanto l’eterno amore-odio tra settentrionali e meridionali, soprattutto napoletani e milanesi, costituisca un inesauribile giacimento narrativo, riadattabile a qualunque canovaccio.

Ma inesauribile quanto, riadattabile quanto? Ecco il punto. Luca Miniero esordì nel 1998 insieme a Paolo Genovese – poi regista in proprio – col cortometraggio Incantesimo napoletano, storia dalle venature fantastiche d’una ragazzina napoletana che, inspiegabilmente, parla milanese. Visto il successo, realizzarono anche il lungometraggio. Ma la paradossalità dello spunto, efficace nella compressione del minutaggio limitato, nella versione estesa mostrava la corda d’una intuizione stiracchiata ricorrendo all’enciclopedia degli stereotipi su Nord e Sud.

Da allora, Luca Miniero s’è mosso nel medesimo solco. Talvolta felicemente: è divertente Benvenuti al Sud, storia del manager brianzolo Claudio Bisio riscaldato dal sole meridiano, che sa ironizzare con bonomia sulle differenze tra Nord e Sud, assecondando gli stereotipi per mostrarne, al fondo, l’inconsistenza. La versione ribaltata Benvenuti al Nord, che spedisce Alessandro Siani tra le nebbie padane, funziona invece pochissimo, in assenza d’una sceneggiatura all’altezza.

La verità è che gli stereotipi vanno maneggiati con cura. Soprattutto non andrebbero ripetuti stancamente, e meriterebbero di essere riletti con una certa curiosità antropologica, mettendoli alla prova di situazioni e contesti aggiornati e verosimili. Proprio ciò che manca ai film di Luca Miniero.

Prendiamo La scuola più bella del mondo, prima tv di stasera su Canale 5: Filippo Brogi (De Sica) preside d’una scuola modello toscana, vuole ospitare in Italia la rappresentanza d’un istituto di Accra, Ghana. Il bidello però l’invito lo manda ad Acerra. Così nella incantevole val d’Orcia sbarcano gli scugnizzi della più “sgarrupata” scuola media napoletana, guidati dallo sfiduciato professor Gergale (Papaleo). Il film non ha nemmeno bisogno di ricorrere ai milanesi. Perché milanesità e napoletanità sono categorie dello spirito, rispecchiano un’opposizione che, prima d’essere geografica, è caratteriale. Da un lato velocità, pragmatismo, efficienza, razionalismo responsabile; dall’altro creatività, disorganizzazione, emotività incontrollabile, irresponsabilità congenita.

Un altro po’ e siamo alla fiaba della formica e della cicala. Che è bellissima ed educativa. Ma che dice ben poco su chi siamo veramente oggi. Purtroppo Miniero si limita a ripetere la favola. E per far ridere, la condisce con gag che puntano sull’estremizzazione dei luoghi comuni. Quindi Brogi è coltissimo, mentre Gergale piuttosto ignorante (dice Bruno Foscolo); i ragazzini napoletani sono sboccati e maneschi, i toscani tutti buona famiglia e buone maniere.

Pur provandoci, Miniero non riesce più a ripetere l’exploit di Benvenuti al Sud, lo conferma l’ultimo, stanchissimo Non c’è più religione. Forse dovrebbe seguire l’esempio dell’amico Paolo Genovese, che ha ampliato lo sguardo, cercando soprattutto nell’ultimo Perfetti sconosciuti una commedia più adulta, che s’avvicina a una sagoma passabilmente verosimile degli italiani contemporanei. Purtroppo per Miniero, a furia di ripeterla, la barzelletta “c’era un milanese e un napoletano” non fa ridere più nessuno. Perché sanno tutti come va a finire.