I Medici chiude col botto per Cosimo e Lorenzo: vita, morte e i Pazzi come i Lannister (recensione)

L'ultima puntata de I Medici ha lasciato tutti col fiato sospeso con accadimenti shock e un finale aperto: la nostra recensione

I Medici chiude col botto per Cosimo e Lorenzo: vita, morte e i Pazzi come i Lannister (recensione)

INTERAZIONI: 10

Siamo tutti un po’ perplessi dopo quest’ultimo martedì sera in compagnia de I Medici, la fiction di Rai1 creata da Frank Spotnitz con Dustin Hoffman Richard Madden. Dal punto di vista dell’intreccio, tutto è andato al suo posto: l’assassino di Giovanni è stato scoperto, l’amore tra Cosimo e Contessina ha trionfato ancora una volta, Lorenzo il Magnifico riposa finalmente nel grembo di sua madre Lucrezia e (quasi) tutti vissero per sempre felici e contenti. Ma è davvero questo ciò che volevamo da questa serie?

Partiamo dalla parte procedural de I Medici: dopo qualche episodio di pausa, il mistero della morte di Dustin Giovanni Hoffman è tornato a tenere banco. Inspiegabilmente, tutti cominciano ad accusare tutti: Marco Bello ce l’ha con Lorenzo, che ce l’ha con Cosimo perché non gli crede, che ce l’ha con Marco Bello quando poi le prove incriminanti portano a lui. Salta fuori che, come nella migliore delle ipotesi, l’assassino è il maggiordomo: il buon Ugo, quello che all’apparenza era un vecchietto indifeso, è in realtà l’avvelenatore che tutti cercavano.

La rivelazione passa un po’ in secondo piano se si considera la perdita del buon Lorenzo il Vecchio, ucciso a sangue freddo dagli uomini di Messer Pazzi, un cattivo uscito dal nulla come il Conte Dooku in Episodio II. L’omicidio di Lorenzo è stato talmente infame che in lontananza risuonavano Le piogge di Castamere, e ci mancava pure che i Lannister mandassero i loro saluti: d’altronde, con Walder Frey come suocero di Cosimo, non so cosa potessimo aspettarci.

Contessina è e rimane l’eroina de I Medici, con qualche riserva. Ancora una volta, la donna di ghiaccio rimane impassibile di fronte a qualsiasi accadimento che riguardi in qualche maniera il marito Cosimo, dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio degli Albizzi al figlio di cui Maddalena è incinta. Con il suo “lo cresceremo insieme” (che poi, Maddalena che fine fa?) Contessina si guadagna 92 minuti di applausi, ma – c’è un ma: come disse qualcuno, due volte buono è fesso.

Da questo punto di vista, forse, il personaggio meglio riuscito è Lucrezia Tornabuoni: la moglie di Piero non ha lesinato sulla voglia di agire, cercando di difendere Lorenzo, ma nemmeno sui complimenti rivolti al marito per la sua (finalmente, e che diamine) intraprendenza nel voler succedere al padre come capofamiglia Medici. Sì, a conti fatti direi che Lucrezia è senza dubbio il personaggio – a mio parere – meglio riuscito di questa serie.

Il bilancio, alla fine di questi otto episodi, è agrodolce. Gli intrecci e gli intrighi sono ben pensati, i personaggi sono caratterizzati bene e tutto sommato gli ingredienti per la buona riuscita di un prodotto televisivo ci sono tutti. Dall’altra parte, però, c’è l’impressione che sia tutto troppo frettoloso – amori che diventano disamori nel giro di mezza puntata, accuse sulle quali ci si ricrede nel tempo di guardare l’orologio e quant’altro – e un po’ impreciso: lungi da me fare la purista della Storia, ma Lorenzo il Magnifico era il quarto figlio della coppia Medici-Tornabuoni, ed è un po’ irreale mostrare famiglie con solo un rampollo nella Firenze quattrocentesca.

Un nì di incoraggiamento dunque per I Medici, che nella seconda stagione – perché ci sarà, a detta di Spotnitz e Mimica-Gezzan – deve mantenere due promesse: premere leggermente il pedale del freno e mostrarci finalmente il Brunelleschi che posa l’ultima pietra sulla Cupola autoportante.