Per mio figlio – l’odio che nasce dall’amore

Un’ennesima storia di vendetta e odio, dove i toni sembrano però essere, per fortuna, diversi dai soliti. Per mio figlio porta sul grande schermo la storia di un apparente paradosso: la fine tragica di un amore materno, può far nascere un odio esponenziale.


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Ci sono poche cose che assumono un aspetto di sacralità, pur rimanendo nell’ambito dell’umano concepibile: una di queste cose è sicuramente il legame che si instaura tra madre e prole. Altro conto è poi quello che può essere enfatizzato attraverso il grande schermo su ciò che è rappresentato da questo legame familiare (probabilmente Liam Neeson e le sue famose telefonate in Taken sono la migliore fotografia di questa “enfasi”), forse troppo spesso esasperato e reso ormai in toni più vicini alla parodia che ad una qualsiasi realtà ipotizzabile. Comunque sia, fra non molte settimane saremo resi partecipi di un ennesimo esempio in questo senso, con questa pellicola intitolata Per mio figlio.

Ma, c’è un ma. Qui pare esserci, per fortuna, differenza con quanto accennato. La trama ci racconta di una madre che perde suo figlio, in seguito ad un incidente stradale. Lei giura vendetta (e il fatto che non sia il padre, rappresenta già un piccolo elemento di rottura del solito cliché Padre=Vendicatore indomito) e quindi con poche risorse e poche conoscenze, si mette ad investigare per scoprire chi è il pirata della strada. Trova la macchina, una Mercedes color crema e trova la donna che presumibilmente era alla guida al momento della tragedia. Comincia allora una strana manovra di avvicinamento e accerchiamento alla donna stessa, per portare a termine la sua vendetta.

Insomma, c’è una gran bella differenza da quello a cui siamo più o meno abituati a vedere: qui i toni sembrano indubbiamente smorzati, meno catastrofici e apocalittici delle classiche vendette a suon di sparatutto. Non ci sono indomiti super eroi che annientano ogni male che si annida sulla faccia della terra; qui prevale l’aspetto psicologico e il dialogo, la conoscenza fra due donne e due madri. E non è detto che il tutto sia esente dalla violenza, anzi.

Frédéric Mermoud è il regista di questa pellicola; ha scritto anche la sceneggiatura che ha tratto dal romanzo Moka del 2009. Nel cast ci sono Emmanuelle Devos, Nathalie Baye, David Clavel, Diane Rouxel, Samuel Labarthe, Oliver Chantreau, Jean-Philippe Ecoffey, Marion Reymond e Paulin Jaccoud.

Per mio figlio esce il prossimo 17 novembre, nel frattempo sono disponibili trailer e poster ufficiali

Trailer: