I Medici e le critiche sull’accuratezza storica: secondo Philippe Daverio “è una sconfitta della cultura”

Lo storico dell'arte e scrittore ha avuto parole molto aspre per I Medici, criticando la serie di Rai1 soprattutto per la scarsa accuratezza storica

I Medici subisce feroci critiche da Philippe Daverio: "È una sconfitta della cultura"

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Con la sua prima messa in onda, martedì 18 ottobre, I Medici ha senza dubbio fatto breccia nel cuore e nei televisori degli italiani: solo con i primi due episodi, la fiction di Rai1 con Dustin Hoffman e Richard Madden ha sfiorato i 7,5 milioni di spettatori, con uno share del 30%.

Sembra quindi che la serie abbia messo d’accordo tutti, soddisfacendo anche gli spettatori più esigenti con il suo buon compromesso tra storia e situazioni romanzate per il bene della cinepresa. Lo showrunner e autore dello script Frank Spotnitz ha infatti dichiarato personalmente di essersi preso alcune “licenze poetiche” nel costruire la serie: ad esempio, i libri riportano che Giovanni de’ Medici è pacificamente morto di vecchiaia a 69 anni, mentre nel primo episodio de I Medici l’uomo viene avvelenato da un colpevole ignoto.

Proprio queste libertà prese da Spotnitz nei confronti della storia non sono piaciute allo storico dell’arte e scrittore Philippe Daverio, che durante la puntata di TvTalk di sabato 22 ottobre si è scagliato contro I Medici, definendola “orribile, perché non è permesso falsificare la storia“.

Daverio non ha avuto pietà per la fiction, parlando così dei primi due episodi:

Esiste una funzione didattica di chi ha la responsabilità culturale, che non è permesso tradire.
È una sconfitta della cultura. […] La nostra identità è sacra, e le nostre origini sono il ceppo su cui formeremo il nostro domani. Offrire ai giovani un’immagine così da paccottiglia di un passato glorioso è un crimine contro i beni culturali.

A infastidire Daverio è stato quindi, stando alle sue parole, uno scarso rispetto della storia che ha ispirato I Medici, a partire dai piccoli dettagli:

Tutte le case all’epoca erano colorate, tutti i vestiti erano colorati. Qui vedo una roba che avviene in case monocromo, con dei signori vestiti di nero come se fossero preti in pensione…

Un giudizio senza dubbio feroce, ma – mi permetto di dire, infilandoci del mio -, un tantino fuori luogo. Nessuno ha mai fatto mistero delle licenze poetiche presesi da Spotnitz nella stesura del copione, così come nessuno ha mai avuto la presunzione di presentare al pubblico un prodotto accurato dal punto di vista storico al cento percento. Eppure, quella di Daverio non è la prima critica a I Medici: basti pensare al fatto che l’ultimo discendente di Cosimo e famiglia ha persino minacciato di denunciare la produzione, a causa di una “pessima immagine” data alla famiglia Medici, secondo lui ritratta come una sorta di mafia d’altri tempi. È forse il caso che si impari a guardare oltre queste piccolezze, giudicando in quanto tale un prodotto pensato e realizzato per l’intrattenimento, e non certo per l’informazione?