La pelle dell’orso – Marco Paolini esplora la vita

Un film che si srotola su un’avventura, metafora della vita: lasciare il certo per affrontare incognite e difficoltà. Ne La pelle dell’orso il protagonista è il coraggio: quello di un padre per recuperare un dialogo spento con il figlio e quello del figlio per cominciare a crescere e essere un uomo


INTERAZIONI: 7

Ci sono distanze che sembrano incolmabili: alcune tacciono indifferenti, altre urlano la loro voglia di accorciarsi. È il caso per esempio di quelle distanze che a volte si instaurano fra genitori e figli; distanze che possono sorgere per diversi motivi. Ce lo racconta per esempio, questa pellicola che ha come protagonista il grande Marco Paolini.

Paolini interpreta Pietro, padre di Domenico: fra padre e figlio la distanza appare letale: incalcolabile e distruttiva come il mutismo che la caratterizza. È stata costruita dal carattere ritroso al dialogo di Pietro. Pietro in fondo è un uomo che ha un carattere ombroso come le valli montane che abita; si dedica più al vino che al parlare con il figlio Domenico. Una notte però un orso fa incetta di alcune vacche e la comunità va in fibrillazione. Pietro giura di poter annientare l’animale fra le risate di scherno dei compaesani. Ma lui ci crede e parte per la caccia nel bosco; è più di una sfida. È un gesto di disperato riscatto agli occhi del mondo avverso. Domenico decide di seguirlo ed accade l’inaspettato: l’avventura intrapresa da padre e figlio riuscirà a destare una sana complicità, all’insegna di un solidale e ritrovato rapporto di comprensione fra i due.

La regia del film è firmata dall’esordiente Marco Segato, che ha lavorato alla sceneggiatura insieme ad Enzo Monteleone e allo stesso Marco Paolini, traendola dall’omonimo romanzo di Matteo Righetto.

La pelle dell’orso ha già avuto alcuni riscontri positivi in giro per festival: poggia il suo consenso su quello che pare essere una trama viscerale: racconta di un tormento non esternato, ma alla fine esorcizzato. Quasi fosse un rigurgito provocato dalla disperata voglia di liberarsi per una cattiva digestione. Provocata dalla società, sanata dalla natura incontaminata e incontrastata. Sarà nelle sale a partire dal 3 novembre.

Alla produzione c’è anche Rai Cinema, con il contributo del MiBACT e il sostegno della Regione Veneto. C’è un trailer.

Trailer: