Gomorra fa infuriare Matteo Garrone a Giffoni 2016, stizzito con la stampa: video della polemica

Le domande sulla serie innervosiscono il regista: Matteo Garrone (non) risponde stizzito su Gomorra a Giffoni 2016: il video della polemica


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Arrivato al Giffoni Film Festival 2016 con un ambizioso progetto in tasca, quello di un film dedicato a Pinocchio, Matteo Garrone finisce per far notizia grazie a Gomorra.

Quel che è successo in conferenza stampa a Giffoni ha quasi dell’incredibile: la reazione stizzita del regista del film ispirato all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, ad una domanda sulla serie tv di Sky di cui a sua volta Saviano è sceneggiatore, ha lasciato trapelare l’enorme fastidio di essere associato ancora al brand Gomorra.

Garrone ci ha tenuto a separare in primis i due progetti, quello editoriale e quello cinematografico (“Il libro e il film sono due cose estremamente diverse, che hanno due approcci differenti: il primo ha un taglio giornalistico e di denuncia, il secondo non fa nomi ed è più intimista“), e si è completamente rifiutato di parlare di quello seriale che sta spopolando nel mondo con Sky.

In risposta a chi chiedeva un’opinione in merito alle proteste degli attivisti contro l’immagine retrograda e decadente che la serie fornisce dei territori in cui è ambientata, Garrone ha tagliato corto spiegando che non avrebbe risposto, che non ha opinioni in merito e che non ha guardato la serie.

Sono venuto qui a parlare della mia esperienza a dei ragazzi giovani, ed è qualcosa che non mi appartiene, perché parlo solo quando devo parlare di un film. Non sono uno che dà opinioni. Dopo Gomorra ho dovuto cambiare numero di cellulare per via dei giornalisti del Mattino che mi perseguitavano chiedendomi opinioni su tutte le rapine che avvenivano in città. Possibile che non si capisca che in quanto fiaba nera Gomorra utilizza degli archetipi, dei personaggi che vanno al di là della singola realtà di Napoli e della Campania? Chi lo vede in Messico o in Brasile ci si può ritrovare. Abbiamo fatto un film universale. E adesso dopo anni io vengo qui a parlare con dei ragazzi e tu mi ritiri dentro le polemiche degli attivisti.

Garrone ha ribadito di avere un rapporto speciale con Napoli e per questo di non voler essere invischiato nelle polemiche sulla rappresentazione più o meno giusta della città.

Per me quelli sono dei luoghi cari e familiari con cui ho un rapporto di sangue, per i miei legami familiari e anche per tutte le possibilità che offre da un punto di vista di facce e caratteri. Ho ambientato il mio primo film a Napoli perché per un noir serviva quel tipo di astrazione, di dimensione quasi metafisica e poi per avere l’opportunità di lavorare con un giovane scrittore come Roberto Saviano.

Ecco il video delle dichiarazioni in conferenza stampa.

Difficile immaginare che Garrone non abbia opinioni su un tema così delicato come le proteste dei cittadini di quei territori su cui il marchio Gomorra ha fondato il suo successo, come ha specificato in conferenza stampa. Difficile pensare che avendo la possibilità e decidendo di fare un film che si intitola Gomorra e che porta sul grande schermo uno dei più grandi best seller di denuncia sulle mafie in Italia, non si abbia la curiosità di guardare oltre, di ascoltare anche le ragioni di chi protesta o semplicemente di capire come il racconto Gomorra si sia evoluto – in bene o in male – rispetto a quel primo adattamento cinematografico e di farsi un’opinione in merito. È un po’ come lavarsene le mani. Vero è che tutti gli ottimi film aspirano ad essere storie di ampio respiro, universali come dice Garrone, ma nel caso di Gomorra che ha radici così ben distinguibili è difficile separare del tutto una storia dalle sue origini.