Proseguono le interviste ai protagonisti di Optima Red Alert e oggi è la volta dei Rossonoha, un progetto nato a Roma quattro anni fa e con il quale i membri del gruppo non vogliono semplicemente fare musica, ma lanciare un messaggio al pubblico.
Sarà per questo motivo che non si definiscono una vera e propria band con un genere musicale specifico. Durante il loro percorso musicale hanno avuto la possibilità di sperimentare proponendo brani elettro-rock, ma anche qualcosa legato al pop oppure all’house ma, ad oggi, non riescono a descrivere il tipo di musica che fanno poiché, così come ci hanno raccontato nella nostra intervista, “la musica è fatta di tante cose“.
Selezionati da Red Ronnie nel corso della seconda puntata del nuovo format ideato da Optima Italia in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar, i Rossonoha hanno avuto la possibilità di crescere e migliorarsi anche grazie alle esperienze maturate in questi anni: da una breve esperienza sanremese – dove non sono stati selezionati – all’apertura di un concerto dei Marlene Kuntz, il progetto dei ragazzi di Roma è in continua evoluzione e con la loro Rumore hanno deciso di fare un tentativo anche con Optima Red Alert e, a quanto pare, il loro ultimo singolo sembra avergli portato fortuna.
Di seguito l’intervista completa ai Rossonoha:
Di dove siete e dove suonate?
Il nostro progetto ha la sua base a Roma e cerchiamo di suonare un po’ ovunque.
Che tipo di musica fate?
Descrivere oggigiorno il tipo di musica che facciamo diventa restrittivo in base al fatto che oggi la musica è fatta di tante cose. Diciamo che cerchiamo di miscelare assonanze rock con l’elettronica, alcuni lo chiamano elettro/rock. E’ capitato di fare qualcosa di più pop o più house ma rimane il fatto che vogliamo solo mandare un messaggio.
Come e quando avete deciso di diventare un gruppo?
Il nostro non è un gruppo vero e proprio. Come dicevamo prima, è un progetto fatto di persone con una meravigliosa produzione dietro, quella di Flavio Ferri(Delta V). Insieme si cresce, si sogna, si piange. Nasce semplicemente perché doveva, circa 4 anni fa, e abbiamo avuto varie esperienze: ad esempio Sanremo (che non ci ha preso) e abbiamo aperto un concerto ai Marlene Kuntz tramite un concorso. Ci siamo divertiti e continuiamo. Il bello è creare.
A chi vi ispirate?
Non c’è un’ispirazione. Sicuramente come tutti, siamo un po’ di quello che è stato ascoltato durante la vita ma non c’è un’ispirazione anzi, quando ci dicono che ciò che facciamo assomiglia a qualcosa, facciamo di tutto per togliergli quell’assonanza. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone come Delta V, Sergio Cammariere e altri che ci hanno dato tanto in termini di profondità e questo è stato meraviglioso.
Raccontateci un aneddoto su di voi.
Bà… un aneddoto (da ridere) vero e proprio non c’è, la cosa bella è vedere la faccia del cantante che ogni volta che c’è un concerto si dimentica a casa qualcosa e Melfa (chitarre) che lo prende in giro mentre Giorgio (batterie) entra in uno stato d’ansia da risoluzione xanax. Il problema è che succede sempre.