La pazza gioia – l’irragionevole anticonformismo degli insani di mente secondo Paolo Virzì

Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti interpretano la nuova pellicola del regista osannato per Il capitale umano. La pazza gioia illumina l’istinto e il disagio psicologico, per ricordarci che spesso l’apparenza inganna: la follia spesso è “portatrice sana” di un saper vivere diverso e, perché no, a volte anche migliore


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Follia. Sul grande schermo è stata raccontata in mille e più modi. Il disagio psichico può assumere varie forme e riportarlo in una pellicola risulta inevitabilmente riduttivo. Ma il cinema non ha, per definizione, la presunzione di apparire esaustivo; anche perché, in quanto arte, lascia ovviamente libera interpretazione allo spettatore. Non ha pretese scientifiche. E in questa direzione che pare andare anche questo nuovo lavoro di Paolo Virzì. La pazza gioia ci descrive un’amicizia inusuale, di quelle che meno ti aspetti, perché nata fra due donne completamente diverse fra loro.

Beatrice è una presunta nobildonna caduta in disgrazia: pare rifiutare la realtà che la circonda, opponendosi con la sua grazia d’altri tempi, per certi versi fuori luogo. Donatella è invece una ragazza che esterna fragilità da ogni centimetro del suo modo di essere: da l’impressione di difendersi dalle sue paure con i suoi tatuaggi, che ostenta come scudi, verso la crudeltà di un mondo ostile, a cui sente di non appartenere. Ad accomunare le due forse non c’è null’altro che il loro malessere psichico: si conoscono non a caso in un luogo di cura, dove sono più o meno trattenute. Più o meno curate. E allora scappano. E nella loro follia probabilmente capiscono che forse, la migliore cura per il loro malessere, è assecondare la propria pazzia.

Si può discutere amabilmente per ore, per pagine intere, su quanto risulti paradossalmente affascinante affrontare tematiche in gran parte oscure, negative, tuttavia seducenti. Sarà per il loro attrarre verso confini invisibili. Ecco, la pazzia è così: emblema spesso di una fragile e mutevole delimitazione cerebrale, culturale o di altra natura, anche quando ufficialmente riconosciuta dalla scienza, lascia margini di dubbio su certe ragioni. Ragioni che, a ben rifletterci, possono pietrificarti, al pari di una odierna medusa. Sarà perché un piccolo germe di pazzia è probabilmente insito in ognuno di noi. O perché un pazzo, in quanto tale, può essere paradossalmente più felice e perciò superiore di tanti sani di mente. In qualche modo La pazza gioia vuole suggerirci qualcosa del genere.

Le protagoniste dirette da Virzì in questa pellicola sono Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. La pazza gioia arriva nei cinema il prossimo 17 maggio, più o meno in contemporanea con il suo esordio al Festival di Cannes 2016, nella sezione Quinzaine des réalisateurs. L’impressione, basata unicamente sulle poche immagini disponibili nel trailer a seguire, è che Paolo Virzì abbia fatto centro. Un altro grande centro. Sono fiducioso. Forse perché sono pazzo.

Trailer: