A hologram for the king – i confini fallimentari di un uomo qualunque

Tom Hanks è il protagonista di questa pellicola dalle sfumature (sembrerebbe) in parte surreali. A hologram for the king è più o meno una commedia che ci ricorda, a suo modo, quanto sia difficile essere padri, soprattutto in un mondo in cui al tempo stesso si accettano e si combattono ritmi violenti e psicodrammi quotidiani


INTERAZIONI: 7

Descrivere certi meccanismi che sovente ci avvolgono, ci tolgono il respiro (magari quasi al pari di certi abbracci mortali da boa constrictor…) fa parte di un certo tipo di cinema che potrebbe definirsi per certi versi trasversale: la tragedia di un uomo si può descrivere in mille e più modi, magari anche facendo sorridere. Anche se poi alla fine sempre tragedia rimane. Un recentissimo esempio? Dato che parliamo del mondo del lavoro pensate a quanto ci ha fatto sorridere il patriottico Zalone, che ha affondato le sue lame ironiche su crisi e luoghi comuni. In questo caso abbiamo invece come protagonista il nostro, o meglio il loro, buon Tom Hanks, acclamato premio Oscar e faccia recitante di indubbio talento confermato.

Il titolo è A hologram for the king ed è stato tratto dal romanzo omonimo di Dave Eggers, datato 2012. La pellicola, iniziata nel 2014 con l’avallo di una produzione targata Germania e USA, ci racconterà la vita di Alan Clay. Lui altri non è che quello che potrebbe definirsi il tipico adulto medio (?!) attuale: americano, divorziato con una figlia da mantenere e un’ex moglie (stanziata al sole della California) economicamente “svantaggiosa”, la quale, con poco tatto e molta ferocia, gli ricorda i suoi obblighi morali, e soprattutto economici. Clay si ritrova dal canto suo in una posizione sicuramente non invidiabile: ha da quattro anni varcato la fatidica soglia anagrafica dei cinquanta ed è disoccupato. L’uomo reagisce con orgoglio e slancio alla situazione precaria, ma le implacabili leggi del libero mercato remano contro e gli rammentano inesorabilmente la sua non produttività.

Sorge però all’orizzonte quella che sembra l’opportunità giusta, il riscatto di una vita troppo colma di fallimenti: la vendita di una geniale invenzione per riprodurre ologrammi, potenzialmente utili, ad Abdullah, imprenditore multi miliardario di Economic City, enorme oasi in mezzo al nulla, presa come esempio di metropoli futura. La missione non è semplice e, dopo essere stato sballottato in un’infinita anticamera “delocalizzata”, il buon Clay coglie l’occasione per riflettere, in maniera epistolare, con sua figlia. Sarà un buon momento per guardarsi dentro e accettare le proprie debolezze, con umiltà, serenità e soprattutto lucidità di vedute. Se ci provassimo tutti, sarebbe cosa buona e giusta. A seguire c’è l’esordio del primo trailer sul web. Il film debutta nelle sale americane il prossimo 22 aprile. Non sarà un successo plebiscitario come quello di Quo Vado ma sicuramente una certa attenzione la merita. Anche perchè essendo per ora in tedesco il trailer, senza attenzione ci ricaverete poco.