Tutto può accadere a Broadway: i segreti perduti di Hollywood

Il nuovo film di Bogdanovich è un nostalgico omaggio ai classici del cinema americano. Una commedia sofisticata dalla trama scoppiettante, che intenerisce senza graffiare davvero. Con un gruppo di attori affiatati guidati da Owen Wilson. E un sorprendente cameo di Quentin Tarantino.

Tutto può accadere a Broadway di Bogdanovich

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François Truffaut scrisse una volta che, una volta finita la carriera di maestri come Hitchcock, Ford, Hawks, noi spettatori avremmo rimpianto i “segreti perduti” del cinema classico americano. Non è strano allora che un regista come Peter Bogdanovich, come Truffaut proveniente dalla critica cinematografica, quel cinema abbia cercato per tutta la vita di ricrearlo, avvinto dalla nostalgia per l’irripetibile Hollywood di un tempo.

La carriera di Bogdanovich è stata condotta nel segno d’una malinconia intelligente e sentimentale, in film che inseguivano la traccia dei grandi (pensiamo a Ma papà ti manda sola?, una screwball comedy in cui la coppia O’Neal-Streisand è modellata sui Cary Grant e Katharine Hepburn di Susanna di Hawks) e che però, contemporaneamente, erano consapevoli di come fosse impossibile riportare davvero in vita quel cinema (infatti L’ultimo spettacolo raccontava la chiusura dell’ultima sala cinematografica della città).

Per queste ragioni è impossibile non salutare con affetto il nuovo film del settantaseienne Bogdanovich, Tutto può accadere a Broadway, prodotto da due tra gli autori più cinefili delle ultime generazioni, Wes Anderson e Noah Baumbach (a proposito di cinefilia, è da non perdere il cameo di Quentin Tarantino).

La storia conserva intatto il sapore di quel mondo scomparso: Isabella (Imogen Poots) è una squillo aspirante attrice a cui un cliente, l’affermato regista teatrale Arnold Albertson (Owen Wilson), offre 30.000 dollari per coltivare il suo sogno. 
Da qui parte la catena degli equivoci, perché la ragazza, senza saperlo, si presenta al provino della nuova commedia diretta da Arnold, e piace moltissimo alla prima attrice Delta (Kathryn Hahn), moglie del regista. La quale naturalmente scoprirà le scappatelle del marito, filantropo abituale di prostitute cui ha cambiato la vita, e vorrà vendicarsi andando a letto col primo attore Seth (Rhys Ifans). E poi a vivacizzare la vicenda ci sono un anziano giudice (Austin Pendleton) con una passione morbosa per Isabella e un’analista (isterica, avrebbe bisogno lei dell’analista), che ha in cura diversi personaggi (Jennifer Aniston, che cerca di variare il suo solito personaggio lezioso da rom-com).

Detta così la vicenda ricorda quella delle sophisticated comedy d’una volta, ma anche la pochade francese e, come ha giustamente notato Marco Giusti, la commedia sexy all’italiana (vedi la scena della moglie che sorprende il marito con l’amante e lui la nasconde sotto la doccia). Purtroppo Tutto può accadere a Broadway resta chiuso nel suo bozzolo nostalgico e artefatto, che ricorda il Woody Allen più inerte, con situazioni e battute che citano le pellicole di una volta. Ci sono porte che si aprono e chiudono come in un film di Lubitsch, un ritmo che vorrebbe essere “indiavolato”, alla Hawks, ma è ansimante. Da Lubitsch deriva anche la battuta centrale del film, “Scoiattoli alle noci”, presa di peso da Fra le tue braccia (di cui si vede addirittura uno spezzone).

Un film così si guarda con tenerezza, per l’ostinazione con cui cerca di raccontare i segreti perduti di Hollywood. Ma il risultato, dolciastro e inoffensivo, conferma che quei segreti, appunto, sono irrimediabilmente perduti.