Non chiamatelo iPhone 6S: lettera accorata ad Apple, Cupertino ripiegherà?

L'iPhone 6S in uscita il 9 settembre e c'è chi ne approfitta per farsi pubblicità. il caso di un'agenzia pubblicitaria.

iPhone 6S

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L’iPhone 6S dietro l’angolo e tutti a cercare di trarre vantaggio dal lancio hi-tech per eccellenza di questo 2015. Sul carro del vincitore del mondo smartphone sono pronti a salire tutti e ora anche una piccola (se confrontato con il colosso di Cupertino) agenzia pubblicitaria di New York, la 6S Marketing.

Il fatto: è assolutamente indubbio che il prossimo melafonino si chiamerà iPhone 6S. Tim Cook, seguendo uno schema già caro ai precedenti modelli, non chiamerà il suo nuovo dispositivo iPhone 7 che, al contrario, dovrebbe giungere solo nel 2016. La scelta, tuttavia, ha messo in allarme la società di comunicazione sopra cirtata che si chiama appunto 6S Marketing, o meglio solo “6S” per amici e colleghi.

Come evitare di perdere il primato della nomenclatura? I pubblicitari dell’agenzia devono essere davvero in gamba se hanno pensato di sfruttare il lancio dell’iPhone 6S come vetrina inaspettata per la loro attività. Sul sito aziendale, una lettera indirizzata ad Apple include la richiesta accorata all’indirizzo del produttore di cambiare il nome del device in iPhone 7. Fanno seguito, poi, affissioni e cartellonistica un po’ ovunque in tutta New York, compresa l’affollatissima Times Square.

In apertura di articolo, il messaggio indirizzato ad Apple, molto chiaro e preciso. L’agenzia dichiara di avere il primato sulla nomenclatura 6S già dal 2000 e di certo sarebbe molto dispiaciuta nel perderlo. La campagna è corredata dagli immancabili hashtag #Weare6S e #Weare6S.com, per una copertura a tutto tondo anche sui social network.

Di certo Apple non cambierà idea e di fatto il suo nuovo top di gamma non cambierà il suo nome da iPhone 6S ad iPhone 7. Poco male per l’agenzia pubblicitaria di New York che non si dispiacerà più di tanto: da questa fortunata coincidenza avrà ricavato visibilità mondiale a sufficenza per sentirsi ripagata dal danno.