“Proust è una palla, ma è come guardare Messi”: Baricco al Giffoni 2015

Il grande scrittore incontra i ragazzi di Giffoni Experience. Che amano moltissimo i suoi romanzi e lo subissano di domande sui segreti della scrittura e la rivoluzione del web. E non mancano i consigli di lettura, molto stimolanti.

Alessandro Baricco ospite a Giffoni Experience

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Incontro inevitabile quello tra Alessandro Baricco e i ragazzi che hanno affollato la sua masterclass al Giffoni Experience: inevitabile per la grande attenzione che Baricco, alla Scuola Holden e nei suoi libri, ha sempre dimostrato per l’insegnamento e la divulgazione, aiutando i giovani a capire l’importanza della letteratura.

Come si poteva immaginare, il pubblico ha dimostrato una profonda conoscenza dei suoi romanzi, con una predilezione per alcune opere, su tutte Novecento, che ha avuto anche una celebre trasposizione cinematografica di Giuseppe Tornatore, La leggenda del pianista sull’oceano. “Il film l’ho amato abbastanza – dichiara Baricco – anche se, prima di cedere i diritti ho voluto parlare a lungo con Tornatore. Conoscevo e apprezzavo i suoi film, e quindi mi fidavo, al punto che per un po’ abbiamo anche accarezzato l’idea di lavorare insieme alla sceneggiatura. Poi abbiamo desistito, saggiamente, perché abbiamo entrambi due caratteri molto forti. L’unico cambiamento davvero importante è l’inserimento di un personaggio femminile. Perché, insisté Tornatore, è impossibile immaginare un film senza una figura femminile. E devo dire che, nonostante la piccola forzatura, il regista è riuscito a mantenersi coerente rispetto alla storia”.

La scrittura è un mistero e un segreto che gli autori portano con sé. Naturale quindi chiedere a Baricco cosa sia davvero la scrittura: “Si tende a pensare che la scrittura sia una questione di parole e basta. Invece dentro c’è molto di più: è una questione di colori, suoni, emozioni, velocità, impregnati di vita ed esperienza. Il vero talento è capace di chiamare tutto ciò a raccolta e travasarlo in un libro. Un tempo sì, la scrittura poteva essere interamente cerebrale: ma oggi è cambiata la richiesta dei lettori, che vogliono intensità e la capacità di costruire scritture piene di cose e stimoli diversi. Solo così il mondo li ascolta: sono questi gli autori che oggi ‘spaccano’”.

Il web che mutamenti ha portato alla scrittura? La sua propensione alla sintesi sembra la negazione della trasmissione di concetti, una tendenza alla superficialità invece della profondità. Ma, come immaginabile dall’autore de I barbari, il punto di vista di Baricco non è pessimista: “La scrittura è un gesto più esercitato oggi di vent’anni fa. Io non avrei mai pensato da giovane che avrei scritto attraverso il telefono. La rete si porta dietro tante forme distinte di scrittura. Blog, twitter, facebook: il web contiene una grande ricchezza di registri, come un organo. E poi la rete ha la qualità della velocità, una capacità sua peculiare di mettere in moto i pensieri. È improprio quindi parlare di superficialità”.

E poi si passa ai “consigli di lettura”: “Dipende dagli obiettivi – dice Baricco. Se parliamo di una persona che ha l’ambizione di diventare scrittore, allora il primo nome che dico è Flaubert. Lui ha fissato una grammatica della narrazione, basti pensare al modo in cui usava l’imperfetto. Esisteva prima di lui, è chiaro, ma il modo in cui l’ha impiegato nella narrativa ne ha come fissato la struttura. E infatti anche oggi gli scrittori, seppur modificando quello stile, partono sempre da lui.

Oppure pensiamo a Proust: è considerato una palla, e in un certo senso è vero, ma immergersi nel suo stile è un po’ come guardare Messi, nel senso che leggendolo si capisce la natura, e il limite, del virtuosismo. Céline lo consiglio per la ragione opposta, perché lui in Viaggio al termine della notte mette in crisi la grammatica.

Non dimentichiamo gli americani, da cui si imparano la leggerezza e la capacità di scrivere i dialoghi. Tutti sanno che amo Salinger: lui è un maestro di leggerezza – di solito i giovani hanno una scrittura pesante, lui no. La sua scrittura si comporta come il sasso piatto che guizza sulla superficie dell’acqua, senza inabissarsi in profondità”.