Optima incontra Ennio Marsella, lo scienziato che sogna il Museo del mare

Dirigente dell’Iamc, istituto del Cnr che si occupa di ambiente marino, per Marsella la ricerca va legata all'economia e la società. Tra le sue iniziative il programma Parfamar, che incrocia ricerca, innovazione e formazione. E il progetto del Museo del mare, per imparare e divertirsi.

Optima incontra Ennio Marsella scienziato cnr

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Il mare è il più grande tesoro della regione Campania. Da lì possono venire grandi opportunità di sviluppo per il territorio. Ma per fare questo il mare va salvaguardato, difeso. E studiato. Come fa Ennio Marsella, geologo di formazione e dirigente dell’Istituto per l’ambiente marino costiero del CNR. Per lui la ricerca scientifica è il tassello fondamentale di un disegno più vasto, che fa rima con innovazione tecnologica, formazione, occupazione, cultura.

Il primo esempio del suo modo di guardare alla ricerca è legato alla sede dell’Iamc: “Per il solo fatto di essere situati all’interno del porto di Napoli è nato un rapporto virtuoso con l’autorità portuale. Loro avevano la necessità di conoscere l’assetto dei fondali, perché il mercato delle navi e dei container era in espansione e c’era la necessità di consentire a imbarcazioni con un pescaggio maggiore di accedere nel porto. Abbiamo effettuato moltissime ricerche in questa direzione: così l’autorità portuale ha avuto un data set eccezionale e l’istituto, al servizio di una domanda socialmente importante, ha svolto delle ricerche con ricadute concrete sull’economia della città”.

L’interesse per la ricerca applicata è al centro anche del vasto “programma Parfamar”, di cui Marsella è responsabile scientifico. Un progetto che incrocia ricerca scientifica e innovazione tecnologica, finanziato con fondi Pon, per un budget di quasi ottanta milioni di euro. “Un laboratorio scientifico è fatto di tanti pezzi: comprende laboratori di geotecnica, geofisica, inquinamento ambientale. Allora abbiamo immaginato di allestire dei container che comprendessero tutti i laboratori necessari, per rendere più veloci gli interventi”.

Per spostare questi laboratori sono state ideate delle navi dedicate e imponenti piattaforme autosollevanti di 400 mq in grado di appoggiarsi su fondali di 30 metri di profondità. Queste complesse tecnologie, a cui si aggiungono anche droni sottomarini e volanti capaci di trasportare le strumentazioni, hanno bisogno di un personale specializzato. “Concepire questo tipo di attrezzature significa anche concepire una squadra di uomini in grado di manovrarle”. E così è nato l’altro versante del Parfamar, dedicato alla formazione, che coinvolge 16 ragazzi diplomati e laureati, con previsione di stages presso le Officine Pugliese di Benevento e nei cantieri Cartubi di Trieste. La ricerca si trasforma in volano concreto per la creazione di posti di lavoro.

L’altro grande sogno di Marsella è il “Museo del Mare”: “Immagino un contenitore scientificamente rigoroso che spieghi l’ambiente marino e sia allo stesso tempo divertente. Pensiamo per esempio alle navi romane ritrovate a piazza Municipio durante i lavori per la metropolitana: attualmente un rilevamento così importante non è fruibile dalla città. Col Museo del mare potremmo renderle visibili e, attraverso le navi, fare ragionamenti sullo sviluppo della linea costiera e sul clima degli ultimi duemila anni”. Il Museo è il contesto ideale per coniugare divulgazione e intrattenimento: e infatti è già stato ottenuto un finanziamento per una platea di 80 posti con cinema in 4D.

La notizia dell’ultim’ora è che si sta formando un comitato promotore presieduto da Peppino Amato, decano dello shipping napoletano, intenzionato a offrire un contributo al progetto di Marsella. Qui si gioca un’occasione importante per la città, ricca di ricadute in termini occupazionali.

Si chiude con l’sms dei sogni, che l’appassionato del mare non può che destinare all’inquinamento: “C’è una crisi ambientale notevolissima, ci sono delle vere e proprie isole, di estensione regionale, formate da residui di plastica, che rappresentano un rischio gravissimo per la vita marina. È questa l’emergenza per cui vorrei si facesse qualcosa. È un sms il cui destinatario è la coscienza collettiva”. La responsabilità, questo il monito di Marsella, è di tutti: non dimentichiamolo.