Trafficanti di droga a morte. Giusto così

Pena capitale per i trafficanti di droga in Indonesia. Nessuna pietà per chi ha prodotto morte e dolore. Un esempio da seguire, a dispetto di coloro che sponsorizzano le "droghe leggere" e sono complici morali dei mercanti di morte

Fucilati i trafficanti di droga

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Pena di morte per i trafficanti di droga. Nessuna pietà in Indonesia per otto cittadini stranieri che il tribunale ha giudicato trafficanti di droga e consegnato al boia. Una parte della comunità internazionale è insorta contro la fucilazione di questi trafficanti di droga, ma io credo che siano andati incontro al meritato destino. Con la loro attività criminale di trafficanti di droga hanno seminato morte e dolore in tutto il mondo. Credo sia giusto che i trafficanti di droga paghino con la stessa moneta di dolore e con la pena capitale.

La droga è un flagello tremendo che distrugge milioni di vite e famiglie in tutto il mondo facendo prosperare le organizzazioni criminali con la complicità della politica corrotta. Ed i trafficanti di droga sono coloro che materialmente gestiscono questo malaffare di morte ricavandone utili mostruosi.

La pena di morte per i trafficanti di droga può esser, oltre che la giusta punizione, anche un potente deterrente. La fucilazione dei trafficanti di droga in Indonesia dovrebbe esser mostrata in tutto il mondo per dissuadere i criminali più efferati dal proseguire nella loro turpe attività.

Chissà se coloro i quali si scandalizzano per l’esecuzione della pena capitale nei riguardi degli otto trafficanti di droga in Indonesia hanno mai avuto la disgrazia di un figlio, di una sorella, di un caro amico drogati? Chi ha visto una persona cara morire per un’overdose di certo, se l’avesse avuto tra le mani, avrebbe voluto farsi giustizia da solo uccidendo chi aveva provocato – per mero profitto economico – la morte del proprio caro.

Nessuna pietà, dunque, per i trafficanti di droga nonostante una certa tolleranza che non aiuta sicuramente a proteggere la popolazione dal flagello. Chi sponsorizza, come  Umberto Veronesi o Roberto Saviano, la liberalizzazione delle “droghe leggere”( un assurdo sociale, educativo e scientifico ) diventa un complice morale dei trafficanti di droga, confonde la mente del legislatore e dei giudizi, rende ancora più deboli rispetto agli stupefacenti gli assuntori.