Il Samsung Galaxy S6 non adotterà il chip Qualcomm Snapdragon 810 o almeno non lo farà sulla variante internazionale più diffusa: la telenovela tra il produttore di smartphone e quello di processori, è giunta ad un epilogo, suggellata dalle stesse dichiarazioni di Qualcomm.
Del rischio di surriscaldamento dell’importante componente vi ho già parlato a più riprese. Per non rischiare, si era già ribadito che Samsung avrebbe adottato, al contrario, il suo processore Exynos, anche nell’ottica di rimarcare la sua indipendenza nel ciclo produttivo rispetto a fornitori esterni. Ora, la conferma della prossima strategia hi-tech arriva attraverso le parole di un portavoce Qualcomm il quale ha dichiarato che lo Snapdragon 810 non verrà impiegato per ” upcoming design cycle of a large customer’s flagship device”.
Per chi non mastica l’inglese, in soldoni, pur non avendo fatto esplicito riferimento al Samsung Galaxy S6 si è parlato del mancato impiego della componente su un’importante top di gamma in arrivo ad inizio 2015. Non si può che trattare dell’ammiraglia del brand sudcoreano, di certo il cliente più importante del produttore di chip che ora è costretto a rivedere le sue stime di crescita dei prossimi mesi.
Un giallo non da poco la questione del processore: Qualcomm ci ha tenuito a precisare che i problemi di surriscaldamento restano circoscritti solo ad un device, tra le righe appunto il Samsung Galaxy S6. Solo in questo caso l’architettura a 64 bit sembra dar noia mentre per altri device di concorrenti prestazioni e resa sono al top. Non è un caso che il rivale LG abbia presentato il suo G Flex 2 al CES 2015 di LasVegas proprio con lo Snapdragon 810 e sia più che lieto di questa scelta. Nessun surriscaldamento, crash o errore, tutto fila liscio. Questo secondo protagonista del mercato hi-tech è invece riuscito ad ottimizzare meglio hardware e software insieme? Forse si e ciò di certo non depone a favore di Samsung.