Gianmarco Cesario da Optima: il critico diventa autore per l’omaggio a Bindi

“Gli amici se ne vanno” è lo spettacolo sul grande musicista genovese, a Napoli dal 22 gennaio. Una biografia che risarcisce la memoria dell'artista, discriminato per omosessualità. Cesario parla anche della stato della critica teatrale ai tempi di internet. E consiglia lo spettacolo da non perdere.

Gianmarco Cesario da Optima Italia per Umberto Bindi

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Una vita dedicata al teatro quella di Gianmarco Cesario: critico, docente, animatore di rassegne, antesignano della critica teatrale su internet, dove ha diretto Teatro.it e adesso Corrierespettacolo.it, testate di riferimento per tutti gli appassionati.

Con Gianmarco, ospite di Optima Italia, siamo partiti proprio dal rapporto tra critica e web, dopo le recenti polemiche legate alle dichiarazioni del regista David Cronenberg che, parlando di cinema, ha detto che nessuno può considerarsi un critico solo perché scrive su un sito. “Ha ragione, ma se è per questo – ribatte Gianmarco – non ci si può neanche considerare un critico solo perché te lo dice un giornale”. Il punto quindi non sta nella distinzione tra carta stampata e internet, come se la prima possedesse uno status necessariamente più autorevole, ma nella preparazione del critico e nel modo di confrontarsi con un contesto culturale mutato.

“La figura del critico teatrale è cambiata. Non siamo più portatori di nessuna verità. Una volta il critico decretava il successo o l’insuccesso di uno spettacolo, adesso non è più così. Oggi siamo degli osservatori, che mettono a disposizione degli artisti e del pubblico le loro conoscenze”. E la differenza la fanno preparazione e attitudini personali. “L’onestà intellettuale è la prima cosa – non ha dubbi Cesario –, la buona fede che si utilizza nel giudicare il lavoro degli altri. E poi la competenza, non sempre dettata dai banchi di scuola, perché purtroppo in Italia lo studio del teatro è poco frequentato, quasi assente a scuola e troppo accademico all’università. Io sono cresciuto quando il teatro era alla portata di tutti, con la grande prosa in televisione: ho visto attori come Salvo Randone o Tino Buazzelli, registi come Aldo Trionfo. È questo bagaglio che mi consente di riconoscere la validità di quello che fanno le nuove generazioni”.

Adesso Cesario esordisce come autore: con Antonio Mocciola ha scritto Gli amici se ne vanno, diretto e interpretato da Massimo Masiello, che debutta al teatro Sancarluccio di Napoli il 22 gennaio. Un lavoro dedicato al grande Umberto Bindi: “Un autore cantato in tutto il mondo, da Dionne Warwick, Tom Jones e Robert Plant dei Led Zeppelin. Da noi invece è stato dimenticato”. Bindi mosse i primi passi nella scuola genovese, con Paoli, Lauzi, Tenco. Era il più preparato musicalmente e il più appartato caratterialmente: conobbe il successo con Arrivederci e La musica è finita, ma poi scattò la discriminazione, perché era omosessuale. “Questa è stata una delle grandi colpe della cultura italiana”, dice senza mezzi termini Cesario, che ha fortemente voluto lo spettacolo anche per risarcire la memoria di un musicista straordinario.

Al critico poi abbiamo chiesto di segnalarci uno spettacolo e un nuovo autore da non perdere: “Lo spettacolo è Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams, diretto da Arturo Cirillo. A volte si dice: che senso ha portare ancora in scena un autore classico? Andate a vedere questo spettacolo e lo scoprirete. L’autore è il napoletano Mimmo Borrelli: ha scritto cose di grande spessore, difficilissime dal punto di vista linguistico ma interessantissime”.

Chiude l’sms dei sogni, inviato a Shakespeare, “passione smodata” di Cesario. “La mia domanda è: raccontami di te. Vorrei sapere chi fosse e come è stato possibile che un uomo con un’istruzione, pare, limitata, abbia scritto tanti capolavori così pieni di umanità e cultura”.