“Venezia a Napoli”: con Antonella Di Nocera il Festival del cinema sbarca sotto il Vesuvio

L’ex assessore alla cultura di Napoli racconta la rassegna che porta in città i film e i protagonisti del festival di Venezia. E parla del suo ventennale impegno per diffondere cinema e cultura nelle periferie.


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Antonella Di Nocera arriva da Optima e ci racconta subito con entusiasmo il cartellone di “Venezia a Napoli. Il cinema esteso”. Il progetto curato da Agis Campania e Parallelo 41 produzioni, giunto alla quarta edizione, è l’ultimo di una lunga serie di iniziative promosse dalla Di Nocera, che vede nel cinema lo strumento per fare cultura ed educazione diffusa. Partendo dalle periferie, la Ponticelli dove ha cominciato con ArciMovie, e proseguendo attraverso iniziative come “AstraDoc” e “Cinema intorno al Vesuvio”, fino all’impegno da assessore alla cultura e turismo di Napoli con De Magistris, esperienza adesso conclusa.

Il programma di “Venezia a Napoli”, dal 23 al 28 settembre prevede 28 pellicole, tra le più interessanti viste all’ultimo festival del cinema: come The look of silence di Joshua Oppenheimer, vincitore del Gran premio della Giuria, documentario sugli anni della dittatura militare in Indonesia. O l’attesissimo Italy in a day di Gabriele Salvatores, il social movie del regista premio oscar che raccoglie i filmati girati dalla gente comune per raccontare un giorno nella vita del nostro Paese.

Molti gli autori ospiti a Napoli per presentare le loro opere: diverse registe, dalla palestinese Suha Arraf di Villa Touma alla georgiana Salomé Alexi con Kredits limiti, fino alla taiwanese Chinlin Hsieh, che in Flowers of Taipei racconta la storia del cinema del suo paese. Imperdibile l’incontro con un grande del cinema francese, Laurent Cantet, che a Venezia ha portato Retour à Ithaque/Ritorno a L’Avana, vincitore del premio delle Giornate degli Autori.

Antonella crede alla forza del cinema come strumento pedagogico e all’educazione alla bellezza come chiave per il riscatto: e il discorso cade sulla recente drammatica uccisione di Davide Bifolco, nella periferia napoletana di Rione Traiano. Un evento tragico che richiama alla domanda di cultura che viene dai quartieri a rischio e al necessario impegno per creare alternative in quelle aree della città. Consapevoli però, ricorda Antonella, che la periferia non è solo degrado e che lì, da Rione Traiano a Scampia a Ponticelli, esistono moltissime esperienze e progetti che attestano la volontà di cambiamento.

Napoli va raccontata in modo nuovo, per sfuggire alla retorica del degrado: lo hanno fatto Agostino Ferrente e Giovanni Piperno ne Le cose belle, inatteso successo di pubblico e critica prodotto dalla Parallelo 41 della Di Nocera, che lo racconta con grande passione. Il documentario ritrae le vite di quattro giovani napoletani con stile asciutto e toccante, senza fare sconti al disagio delle loro vite precarie, ma senza indulgere nel vittimismo o sensazionalismo. Restituisce con verità le vite di questi ragazzi “che hanno saputo, loro e le loro famiglie – dice Antonella –, conservare speranza e dignità al di là del contesto che li circonda”.

Chiude l’sms dei sogni, inviato a Eduardo De Filippo: a lui, che amava molto i giovani, Antonella chiede cosa sarebbe successo se avesse detto un’altra cosa invece del famoso “fujetevenne”, che dopo trent’anni pesa ancora come una dura condanna sulla città.

Qui il programma completo della manifestazione