Venezia 71 – La vita oscena: al Lido arriva il primo film a firma italiana

In gara nella categoria Orizzonti una storia di autodistruzione e redenzione, raccontata da un cast eccezionale, ma ancora senza distribuzione


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Il cinema italiano ha rotto il ghiaccio oggi, a Venezia 71, con La vita oscena, film di Renato de Maria, regista già più che conosciuto per avere dato vita, con Paz!, ai fumetti di Andrea Pazienza. La storia è tratta dall’omonimo romanzo liberamente autobiografico di Aldo Nove, pseudonimo di Antonio Centanin, poeta e scrittore italiano.

In concorso per la sezione Orizzonti di Venezia 71, La vita oscena racconta la storia di Andrea – interpretato da Clement Metayer – poeta adolescente che si trova a perdere entrambi i genitori in pochi mesi: la madre, interpretata da Isabella Ferrari, a causa di una malattia incurabile e improvvisamente anche il padre, Roberto De Francesco. I due lutti e la consapevolezza di essere rimasto troppo presto solo al mondo, gettano il ragazzo in un labirinto di droga, sesso bulimico, solitudine e autodistruzione. Andrea tenterà più volte il suicidio ed è solo toccando il fondo che riuscirà a trovare il senso di questa sua vita oscena, decidendo di scriverne e di raccontarla. La storia di una redenzione che passa attraverso gli inferi della depressione e dell’esagerazione.

Costata solo 650.000 euro, la pellicola di De Maria rischia, però, di essere vista solo dal pubblico di Venezia 71. Il film, infatti, è arrivato al Lido ancora senza distribuzione. È stato Riccardo Scamarcio, in qualità di produttore associato, a lanciare un appello direttamente ai giornalisti in sala per la proiezione, chiedendo di perorare la causa e sottolineando il fatto che La vita oscena si meriti di essere visto in tutta Italia e anche all’estero.

Fermamente convinta della qualità della pellicola anche la coproduttrice Isabella Ferrari, nonché, come ha lei stessa dichiarato, profondamente innamorata del personaggio che interpreta: una donna che cerca di nascondere dietro il sorriso la propria malattia al figlio, fino in fondo.