Rosberg scorretto e coraggioso. Formula Uno vera

Al secondo giro del GP del Belgio Rosberg ha centrato Hamilton riaprendo la competizione mondiale sia nella scuderia Mercedes che per gli altri team rivali. Una manovra scorretta ai danni del compagno-rivale ma da uomo vero in uno sport troppo dominato dalla tecnologia e dai meccanici

Rosberg sotto accusa ma vincente

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Rosberg è un pilota vero. Scorretto, forse. Ma vero. Rosberg non è un pilota automatico, un robot telecomandato dai box. Rosberg in Belgio ha dimostrato cosa significhi lottare per imporsi in una Formula Uno che finalmente non è più Formula Noia anche grazie a manovre come quella di Rosberg che ha fatto fuori il compagno di scuderia della Mercedes Hamilton.

L’autoscontro Rosberg-Hamilton al secondo giro del Gran Premio del Belgio ha riaperto i giochi tra i due piloti della scuderia più forte del Mondiale, ma ha anche riacceso le speranze dei rivali. Certo i manager della Mercedes non saranno felici del colpo rifilato da Rosberg al compagno-rivale Hamilton ma gli appassionati di motori sentitamente ringraziano.

La Mercedes è la migliore macchina della Formula Uno. E’ superiore in curva e rettilineo, sull’asciutto e sul bagnato. Le prestazioni non temono nessun confronto e nessun rivale a cominciare da una Ferrari mai come in questa stagione inferiore. Poi però esiste l’imponderabile, il fatto umano. O meglio il fattore Rosberg che ha azzoppato Hamilton impedendogli di prendere il largo. Che bella una Formula Uno fatta di scontri tra piloti, che bello un Gran Premio, dopo la bravata di Rosberg, finalmente emozionante e non soporifero.

Lo sport – grazie a gente come Rosberg – torna finalmente a trionfare dopo annate dominate dai meccanici più bravi a cambiare le gomme ed a far rifornimento di benzina. L’epica di questo sport ad alto contenuto tecnologico è stata scritta proprio dai grandi duelli come, ad esempio, quello tra Hunt e Lauda sebbene proprio il campionissimo austriaco annunci adesso tremendi provvedimenti disciplinari nei riguardi di Rosberg.

Una cosa sono le gerarchie e gli ordini di scuderia. Ben altra – lo sanno bene sia Lauda che Rosberg – la pista, l’adrenalina che si sprigiona al semaforo verde ed i piloti sono scagliati in avanti in un tubo di titanio ad oltre trecentotrenta chilometri orari. E noi siamo lì per ammirarli ad ogni curva, vogliamo vedere sorpassi e colpi bassi come quello di Rosberg. Non ci piace che vinca sempre il pilota perfettino con la macchina migliore. L’essenza meravigliosa dello sport è che talvolta a spuntarla sia il pilota meno perfetto ma più grintoso proprio come Rosberg.