Daniele Sanzone si fa scrittore con “Camorra Sound”

Un saggio inchiesta sulla dimensione culturale della camorra. Dagli anni 70 ad oggi, 40 anni di criminalità e musica.

Daniele Sanzone si fa scrittore con “Camorra Sound”

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Estate più calda che mai per Daniele Sanzone, front man dello storico gruppo degli A67, in giro per l’Italia (ma non mancherà un appuntamento belga) per presentare la sua nuova creatura. Non un disco questa volta ma il saggio “Camorra sound”.

Un viaggio – ci spiega Daniele, durante la nostra chiacchierata – dagli anni ’70 ad oggi per capire come e quando la camorra è entrata nella canzone napoletana. Un lungo excursus in cui Sanzone indaga quella che definisce la dimensione culturale della camorra ovvero quella forma mentis che – nei piccoli sotterfugi, nell’abitudine alla disonestà – appartiene  purtroppo a tutti noi. O almeno questo è il punto di vista di Daniele, un punto di vista che, del resto, gli A67 avevano già reso manifesto con il loro album del 2005 “A camorra song’io” e di cui questo lavoro di inchiesta è la prosecuzione ideale.

Un lavoro in cui l’autore ha coinvolto molti colleghi artisti tanto in ambito musicale – tra gli altri, Bennato, Caparezza, Zulù dei 99 Posse – quanto in ambito letterario, da Valeria Parrella a Giancarlo De Cataldo, per raccoglierne punti di vista e spunti di riflessione.

Fino agli anni ’70  camorra era stato soprattutto sinonimo di contrabbando, fenomeno sottovalutato e nello stesso tempo tollerato e giustificato. Basti pensare – ci dice Daniele – alla versione che la sceneggiata di Merola e Pino Mauro danno del fenomeno.

Ma negli anni ’80 la camorra si trasforma, Cutolo gli dà una nuova impronta e gli scontri tra clan mietono un numero inimmaginabile di vittime eppure gli artisti ‘impegnati’ volgono lo sguardo altrove, nessuna protesta, nessuna denuncia. Perchè? Perché si canta lo scontro sociale, quello di “classe” e non le vittime di camorra, le connivenze, il malaffare quotidiano? Perché – più tardi, negli anni ’90 – da una parte ci sono i neomelodici, spesso ‘giullari’ di un certo ambiente criminale, e dall’altro non c’è un contraltare?

Il quesito di Daniele, però, non è un atto accusatorio ma esprime la volontà di comprendere un fenomeno complesso e che nel corso degli anni ha cambiato e continua a cambiare aspetto e che non si può ridurre a semplici etichette.

Insomma una lettura impegnativa ma dallo stile godibile e capace di dare una visione importante di un aspetto della criminalità organizzata spesso sottovalutato. Un ottimo preludio al ritorno in musica degli A67.

Non potevamo, infatti, non chiedere a Daniele qualche piccola anticipazione del nuovo lavoro discografico a cui la band – proprio in questi giorni in sala di registrazione – sta lavorando. E le sorprese non sono poche. A detta del cantante di Scampia questo nuovo disco sarà amatissimo o non compreso dai propri fan, non vivrà di sfumature di grigio ma solo di bianco e di nero.

Intanto sarà in italiano e solo con qualche escursione nel dialetto e avrà un sound decisamente elettronico. Una vera scommessa.

http://youtu.be/EffkHSXPzsY