Maurizio Crozza vince facile a Sanremo 2014: populismo e ruffianeria per paura dei fischi?


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Maurizio Crozza a Sanremo 2014
Maurizio Crozza a Sanremo 2014

Se dovessimo tradurre in uno slogan la performance di Maurizio Crozza nella finale di Sanremo 2014, sceglieremmo certamente il “Ti piace vincere facile” che campeggia nei noti spot Sisal.
Perchè dopo un anno dalle contestazioni dello scorso Sanremo, che lo costrinsero ad interrompere il suo show, è parso chiaro fin dall’inizio che in quest’edizione Maurizio Crozza ci sarebbe andato giù leggero. Parecchio leggero, tanto da far risultare la sua vena comica quasi impercettibile.

 

Lo schema è chiaro, Maurizio Crozza torna all’Ariston senza voler replicare gli inconvenienti dello scorso anno. Fabio Fazio ironizza sulla sua poca voglia di entrare, il comico si fa sentire da dietro le quinte: “Ho paura, è una settimana che sono qui dietro a bere, faccio un monologo fuori campo“. E poi l’ingresso con uno scudo gigante e la scritta PACE: “Lo faccio così, scudato“.

Applausi scroscianti del teatro Ariston, con Crozza che fa esercizio di autoironia: “Diamogli un’opportunità, insultatemi due minuti, ho la macchina fuori col motore già acceso come nelle rapine“. E ancora: “Dopo lo scorso anno qui a Sanremo mi sento a mio agio come la Kyenge che esce dalla torta al compleanno di Umberto Bossi“.

MAURIZIO CROZZA A SANREMO 2014: IL VIDEO DEL MONOLOGO

Il monologo comincia con un appello all’Europa a non ridicolizzare più l’Italia e si capisce fin da subito che sarà dedicato alla satira di costume e poco a quella politica. O perlomeno che il comico la prenderà alla lontana, senza imporre le sue straordinarie maschere politiche come ha fatto lo scorso anno esordendo nei panni di Silvio Berlusconi. Un po’ grillino, un po’ ruffiano, un po’ di populismo qua e là, Crozza descrive l’Italia come il paese in cui “la bellezza e il disastro” convivono fianco a fianco. “Siamo capaci di produrre Michelangelo e Giovanardi: la grande bellezza e l’enorme distastro. Michelangelo in otto anni ha fatot la Cappel Sistina e in parlamento in novecento non sono in grado di fare una legge elettorale“.

I riferimenti alla politica sono timidissimi. Nulla a che vedere con le battute talvolta geniali cui ha abituato il pubblico di Ballarò o Crozza nel Parse delle Meraviglie. Eppure l’Ariston ride e applaude. Il comico tira fuori dal cilindro la sua parodia del senatore Antonio Razzi, critica John Elkann per la sua uscita infelice sui giovani (“Se non trovano lavoro è anche perchè non non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno come te“). E poi c’è la lunga sfilza di primati italiani nelle arti e nelle invenzioni che mira ad esaltare l’italianità leggendo la realtà con una lente comica.

MAURIZIO CROZZA IMITA MATTEO RENZI A SANREMO 2014: IL VIDEO

Bisogna aspettare la fine perchè Maurizio Crozza regali pochi secondi di uno dei suoi personaggi più riusciti, quel Matteo Renzi che proprio poche ore prima ha preso possesso della sua poltrona di premier a Palazzo Chigi. Una piccola chicca chiesta da Fabio Fazio. La sensazione è che il ritorno all’Ariston sia stato niente più che un modo per riscattare l’episodio dello scorso anno, con la scelta di eliminare volutamente la politica per evitare i fishi facili dalla platea. “Questo palco è tremendo” chiude Crozza prima di andare via tra gli applausi. “Questo è anche per restituirti quello che ti è dovuto” replica Fazio. Appunto.