Old Boy, recensione


INTERAZIONI: 7
Old Boy, recensione
Old Boy, recensione

Sono numerosi i remake che quest’anno (come ogni anno in verità) sono arrivati sul grande schermo, e chi più chi meno è comunque riuscito a portare a casa un buon risultato. Old Boy no.

Distribuito questo weekend negli Usa ha incassato meno di 1milione e mezzo di dollari risultando uno dei peggiori esordi di sempre. Un risultato sinceramente non meritato e che mi auguro possa recuperare dignità con gli incassi internazionali. E’ vero che la bellissima pellicola del 2003 di Park Chan-wook è ancora troppo vicina, ma il film non ha goduto di un pubblico occidentale vastissimo, e la riproposizione di questa storia può anche trovare una sua giustificazione.

Inoltre sebbene la critica maggiore all’Old Boy di Spike Lee sia di non aver aggiunto nulla al film originale, io la vedo come una conferma che in realtà il regista abbia realizzato qualcosa di diverso. Il risultato, sicuramente inferiore e a quanto pare, penalizzato dal taglio in fase di montaggio di una buona parte del film (hanno lamentato la cosa sia Spike Lee che il protagonista Josh Brolin), è comunque un action thriller di buona fattura, sporco e violento, che ha chiuso il libro di poesie del cineasta coreano e  ha aperto una sceneggiatura di Tarantino. Il regista di Pulp Fiction, a Cannes aveva definito l’originale Old Boy un film che avrebbe voluto fare lui. Spike Lee lo ha preso in parola e ci ha provato, ma con il suo stile. Certo mancano gli scontri razziali e i contesti cittadini che tanto lo caratterizzano, ma proprio per questo si intravede una voglia di mettersi in gioco che dona alla pellicola un taglio occidentale che non va paragonato con quello originale.

In conclusione, se non avete visto l’originale, guardate prima questo però poi recuperate, vi mancherebbe comunque un pezzo.
Old Boy
arriva nelle nostre sale giovedì 5 dicembre. Il trailer lo trovate qui.