Giovane e bella, recensione


INTERAZIONI: 7
Giovane e bella, recensione
Giovane e bella, recensione

Per il poeta Arthur Rimbaud a diciassette anni non puoi fare sul serio, Liga inizialmente sembra d’accordo ma poi rettifica che quando hai solo diciotto anni forse invece sai già tutto non dovresti crescer mai.

Da che parte sta invece il regista Francois Ozon? Non lo sappiamo, perchè Giovane e bella è un racconto privo di giudizio (per quello ci sono gli adulti), la cronaca di un’adolescente che in cerca di se stessa, si esplora, si conosce, attraverso un corpo e una vita con cui prendere confidenza. Una cronaca da non intendere però come svisceramento di un fenomeno sociale in quanto non sembra questo l’intento.

Ozon ha scelto per la sua protagonista il tema della prostituzione, ma come detto dallo stesso regista sarebbe potuto essere qualunque altro aspetto che avesse spinto questa adolescente verso qualcosa al limite, qualcosa di proibito. Si tratta di un’esperienza e non di una perversione.

Ad incarnarla alla perfezione, troviamo l’ancora più bella del titolo, Marine Vacth, modella e attrice francese che  nonostante i suoi 23 anni (detto così sembrano parecchi), riesce a trasmettere tutto lo smarrimento di un’adolescente.

Giovane e bella non è un film facile da metabolizzare, una storia dove ancora una volta si parla di sessualità giovanile, ma la cui fruizione, a differenza del recente La vita di Adele, è aiutata dalla durata di 90 minuti.  Giovane e bella arriva nelle nostre sale oggi 7 novembre. Il trailer lo trovate qui.