Vulcanologo giapponese: «Il Vesuvio esploderà e il piano di evacuazione non è adatto»


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Il vulcano Vesuvio in provincia di Napoli

Continuano ad arrivare notizie allarmanti sullo stato attuale dell’attività del Vesuvio. Ciò che più preoccupa gli addetti ai lavori non è tanto l’eruzione in sé, dato inevitabile visto che il vulcano è attivo, ma la reazione alla stessa e il relativo piano di evacuazione. Una preoccupazione condivisa anche dal vulcanologo giapponese, Nakada Setsuya che l’ha espressa nel corso della 12esima Conferenza mondiale dei geoparchi, tenutasi ad Ascea quest’anno, in pieno Parco Nazionale del Cilento. A margine della conferenza, l’eminenza della vulcanologia mondiale non ha nascosto la propria apprensione per la situazione Vesuvio.

Partendo dal dato certo che il Vesuvio erutterà, in maniera probabilmente anche senza precedenti, l’esperto giapponese ha sottolineato due aspetti del problema che attualmente le istituzioni locali e nazionali sembrano voler colpevolmente ignorare. Per prima cosa non è possibile prevedere quando avverrà l’eruzione. Di conseguenza qualsiasi tipo di evacuazione dovrebbe essere realizzata in tempi brevissimi e proprio questo secondo punto rappresenta il cuore del problema. Secondo il vulcanologo l’attuale piano di evacuazione è completamente inaffidabile ed inutile allo stato dei fatti. A spaventare e sorprendere allo stesso tempo l’esperto è la massiccia urbanizzazione delle pendici del Vesuvio ed in particolare come le istituzioni ancora non si decidano ad intervenire in tal senso.

Secondo l’esperto gli unici segnali di un’eruzione possono essere solo degli “sbuffi” e il rigonfiamento di alcune zone del vulcano. Una circostanza riconoscibile grazie all’attività dell’Ingv tramite i controlli con il Gps ma che però non può stabilire dopo quanto tempo avrà luogo l’eruzione. Dal momento in cui si manifesteranno questi “sintomi” potrebbero rimanere anche pochissime ore dall’eruzione e l’attuale piano predisposto dalla Protezione Civile è del tutto insufficiente. Inoltre a preoccupare l’esperto nipponico è anche la situazione nei Campi Flegrei dove la consapevolezza degli abitanti è ancora inferiore rispetto a quella dei cittadini del vesuviano.