S.O.S. Pacchi alimentari


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Pacchi alimentariLa crisi economica morde sempre di più. Ed i parroci sono sommersi da richieste sempre crescenti di pacchi alimentari. Ne conosco diversi, anche di zone altolocate della città, che si ritrovano a fronteggiare queste richieste disperate.

I pacchi alimentari contengono viveri di primaria importanza: pasta, zucchero, olio, pomodoro, latte. Le cose minime ed indispensabili da tener in dispensa. Ma la dispensa diventa sempre più vuota. Non solo per i poveri tradizionali ai quali tali pacchi, frutto delle collette mensili, erano riservati.

Si è svuotata anche la dispensa dei nuovi poveri che diventano ogni giorno più numerosi: disoccupati, famiglie monoreddito, separati, malati, anziani. Sono costoro che bussano alla porta del parroco per chiedere aiuto, per elemosinare con un pacco alimentare quello che magari qualche anno prima avevano in abbondanza.

E’ una povertà difficile da scorgere superficialmente. Ma basta ascoltare qualche discorso per intuirla prima che sfoci in gesti eclatanti e disperati come il suicidio o l’abbandonarsi alla depressione, all’alcolismo, alla solitudine.

Il pacco alimentare è l’ultima frontiera prima della resa sociale e personale. Sia generoso chi può renderlo più pingue. Ma soprattutto chi governa capisca che non si può più continuare a giocare con la pelle dei poveri, di coloro ai quali anche togliere dieci euro a settimana significa spinger verso il baratro. E tutti siamo più parsimoniosi. Quanto spreco alimentare, quante cose inutili ci circondano come fardelli opprimenti.