Sono contrario alle unioni gay, ma soprattutto sono contrario al tentativo d’introdurle in Italia non con la legge ma bensì con le sentenze di Tribunale e le trascrizioni, nei registri anagrafici municipali, di matrimoni omosessuali avvenuti all’estero. E stupisce il clamore suscitato dall’intervento del Ministro degli Interni Angelino Alfano che ha semplicemente richiamato tutti al rispetto delle leggi vigenti. E le leggi vigenti proibiscono le unioni gay in Italia.
Con sentenze e certificati anagrafici si vuol far diventare legale quel che in Italia legale non è: il matrimonio tra due persone dello stesso sesso ammesso in altri paesi stranieri che anche da noi trova numerosi sostenitori in una battaglia ideologica nella quale viene spesso calpestata la dignità delle persone.
Non mi piacciono le scorciatoie. Il tema delle unioni gay è troppo delicato per trasformarlo in uno strumento per la ricerca del facile consenso. Non mi piace che, essendo il Parlamento incapace di legiferare, si debba ricorrere alle sentenze dei tribunali ed ai certificati anagrafici per palesare una sorta di equiparazione normativa, con tutte le conseguenze del caso, tra matrimonio eterosessuale ed unione omosessuale. Qualcuno manipola addirittura la Costituzione evidenziando una discriminazione ai danni degli omosessuali. Ma di quali diritti stiamo parlando?
Sulle unioni gay ho, da libero cittadino, le mie idee. Ritengo che il matrimonio debba esser un vincolo tra un uomo ed una donna. Al tempo stesso però ho profondo rispetto per chi pensa e vive in modo diverso dal mio. Rispettare però non significa stravolgere l’ordine naturale e logico delle vicende umane.
Se due persone adulte dello stesso sesso decidono di condividere la propria vita rispetto la loro scelta. Costoro hanno pieno diritto di ottenere un riconoscimento normativo adeguato per alcuni elementi essenziali: messa in comune del patrimonio, successione ereditaria, assistenza reciproca in caso di malattia; e basta!
Questi sono i diritti civili veri e possibili nelle unioni gay. Tutto il resto è ideologia propagandistica che confonde le menti e rende infelici perché illude su “presunti diritti” che tali non sono come ad esempio la possibilità di fecondazione eterologa nell’ambito di una coppia omosessuale anche questa legale in alcuni paesi europei che vengono ritenuti da alcuni più civili ed avanzati. Se esser civili ed avanzati significa privare deliberatamente – come avviene nella fecondazione eterologa praticata da coppie omosessuali per metter al mondo dei figli – un bambino inconsapevole del diritto sacrosanto di crescere con una mamma ed un papà allora io mi considero e voglio restare arretrato ed incivile.
Liberi gli adulti di fare la loro vita, ma i bambini no! Quelli meritano una tutela da parte dell’ordinamento maggiore anche delle unioni gay, del diritto di due omosessuali a vivere insieme con la tutela della legge.
In ogni caso, il Parlamento non tardi a legiferare per metter fine a tutta questa confusione anagrafica e normativa. E soprattutto, invece di dedicarsi a comode esposizione ideologico-mediatiche, si aiutino davvero le famiglie. A Roma, mentre si ci occupa di trascrizioni anagrafiche di unioni omosessuali all’estero si tagliano in fondi per gli asili nido e gli aiuti per le famiglie con più di due figli.
Non sono contrario ai matrimoni gay, ma il registro delle unioni civili fatto dal Comune di Napoli e altri comuni era solo una pagliacciata. Il motivo? Alla fine dovevi andare sempre all’Estero per sposarti. Roba da benestanti. Il vero problema è che la classe politica italiana non affronterà mai questa ed altre questioni sociali, le tirano fuori solo per distrarre il popolo da altre cose importanti. Non è un caso se la cancellazione dei registri venga fuori proprio nel momento in cui stanno riformando il mercato del lavoro. Secondo me, ci vorrebbe un referendum pro positivo con quorum basso per legiferare sui matrimoni gay. Non sei d’accordo? Vai a votare NO. Lasciamo stare i politici, loro sono buoni solo per la fuffa.
Grazie De Simone per le sue garbate osservazioni. Cosa ne pensa del fatto che invece di una legge, si preferisca ricorrere alle sentenze dei tribunali o alle trascrizioni anagrafiche. Non sarebbe più utile per la legalità e la libertà metter nero su bianco fissando delle regole? Su tali regole possiamo poi discutere avendo sempre però riguardo alla difesa dei soggetti più deboli come i minori
Sulla necessità di una legge penso non ci sia dubbio alcuno. Le sentenze dei tribunali e le trascrizioni, anche se pagliacciate, sono un imput importante per un legislatore stistico in materia di diritti o meglio di “certi diritti”.
Sig. Peppe Ianicelli,
forse Le sfugge che a Roma, in Comune, lavorano migliaia di persone… tutte intente a occuparsi dei diritti dei gay e nessuna seriamente impegnata a recuperare/impegnare fondi per asili nido e aiuti alle famiglie numerose? …la realtà è decisamente un’altra: chi tanto difende la famiglia c.d. tradizionale facendo guerra ai diritti mancati di chi paga le tasse come tutti gli altri – le PERSONE gay – poi non si impegna in azioni concrete a difesa della famiglia, tradizionale e non. Perché? perché remare contro i gay ha costo zero e fa molta presa su un certo tipo di elettori, promettere asili e aiuti alle famiglie ha un costo troppo alto per chi del denaro pubblico ha più interesse a farne un uso personale piuttosto che per il bene comune. E non sa quanto vorrei essere smentito, ma ahimè, sono i fatti che leggiamo quotidianamente sui giornali a darmi ragione…
Molti affermano con estrema convinzione che bisogna “difendere” la famiglia tradizionale… ma da cosa? dal fatto che se due uomini potessero sposarsi tutti “diventerebbero” omosessuali per farlo? oppure è verosimile che un omosessuale sposerebbe una donna solo perché non può sposare un uomo? e inoltre quanto è vero che un bambino ha necessariamente diritto alla costante presenza di un padre e di una madre? e allora i divorziati? i vedovi? numerosi studi scientifici dimostrano che è necessario un ambiente sano e una relazione stabile, non una figura femminile e maschile a tutti i costi… essere bravi genitori non significa essere maschio e femmina, significa ben altro…
Aggiungo inoltre che in Italia vengono emanate annualmente migliaia di leggi, diverse delle quali quasi inutili, a tal punto che un noto politico leghista è stato nominato ministro per la Semplificazione Normativa nel governo Berlusconi IV. E stiamo qui a disquisire se i diritti dei gay o delle famiglie tradizionali siano più o meno importanti in un’ipotetica scala di valori, dal momento che né agli uni né agli altri è stata data precedenza in questi anni?
Infine… una scala di valori, quando si tratta di dignità, rispetto della persona e bene comune, non esiste. Si può sia riconoscere i matrimoni (o le unioni, la terminologia non conta, contano i diritti) tra persone dello stesso sia le indispensabili tutele per la famiglia, tradizionale e non. Le assicuro che non bisogna essere dei supereroi per far questo e neppure mobilitare tutto il Parlamento, il Governo e il Comune per anni, giacché “per fortuna” non siamo governati da un unico sovrano che statuisce e decide, ma da un foltissimo numero di rappresentanti del popolo, ognuno dei quali, singolarmente o in gruppi separati (si chiamano Commissioni) possono occuparsi contemporaneamente della salvaguardia dei diritti di ognuno di noi.
Cordialmente
Tito De Simone