Perché la Giornata della Memoria ricorre il 27 gennaio: storia e significato

Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria. Ecco il suo significato

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Perché la Giornata della Memoria viene celebrata il 27 gennaio? Ogni anno, da 79 anni, il mondo intero si stringe nel ricordo per dedicare un pensiero alle vittime dell’Olocausto, l’orrore più grande della Seconda Guerra Mondiale.

Perché il 27 gennaio è la Giornata della Memoria

Era il 27 gennaio 1945 quando i soldati dell’Armata Rossa arrivarono a Oświęcim, città polacca nota come Auschwitz, per poi scoprire il campo di concentramento. Si trattava della 60ª Armata del 1º Fronte Ucraino al comando del maresciallo Ivan Konev, impegnata nell’avanzata verso la Germania con l’offensiva Vistola-Older.

Già un anno prima i russi avevano scoperto e liberato i prigionieri del campo di concentramento di Majdanek e smantellato altri lager a Belzec, Sobibor e Treblinka. Con l’arrivo ad Auschwitz per la prima volta il mondo venne a scoprire l’orrore del genocidio nazista, un incubo che stringeva l’Europa in una morsa di dolore e morte, ma soprattutto sangue e paura. Un orrore da non dimenticare e che ogni anno, dal 2005, viene celebrato come Giornata Della Memoria.

La risoluzione 60/7

Il 27 gennaio è stato scelto come Giornata Della Memoria il 1° novembre 2005 con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum, le SS nel campo di Auschwitz uccisero “960mila ebrei, 74mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra sovietici e 10 mila persone di altre nazionalità”, come riporta un articolo de Il Post.

In Italia il Giorno della Memoria è definito dagli articoli 1 e 2 della legge 211 del 20 luglio 2000. Ancora, in Italia il 10 febbraio viene celebrato anche il Giorno del Ricordo in onore delle vittime dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata.

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