Clima, l’Onu: metà dei Paesi non pronti a contrastare le catastrofi

Nelle aree con sistemi di preallerta limitata il tasso di mortalità è di 8 volte superiore al resto del mondo


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Le catastrofi naturali sono una minaccia che almeno la metà dei Paesi non è pronto ad affrontare. In particolare i Paesi in via di sviluppo sono maggiormente vulnerabili al cambiamento climatico. A riferirlo è il rapporto delle Nazioni Unite “Global Status of Multi-Hazard Early Warning Systems – Target G” diffuso in occasione della Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastro.

Il rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi (Undrr) e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) riporta che “meno della metà dei paesi meno sviluppati e solo un terzo dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo dispongono di un sistema di allerta precoce multi-rischio“. I sistemi di allerta precoce sono uno strumento per ridurre i pericoli per persone e cose prima del verificarsi di tempeste, tsunami e ondate di caldo estremo.

“I paesi con una copertura di allerta precoce limitata – si legge nel rapporto – hanno una mortalità per catastrofi otto volte superiore rispetto ai paesi con una copertura da sostanziale a completa”.

Siccome gli eventi atmosferici sono sempre meno prevedibili e più frequenti, le Nazioni UNite chiedono che “gli investimenti in sistemi di allerta precoce relativi a molteplici rischi sono più urgenti che mai”.

Come afferma il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, i Paesi più industrializzati non stanno facendo abbastanza per migliorare la situazione. Questo va a discapito dei Paesi in via di sviluppo. “Il mondo non sta investendo nella protezione di vite e di mezzi di sussistenza di coloro che sono più vulnerabili – sostiene il numero uno delle Nazioni Unite -. Chi ha fatto di meno per causare la crisi climatica sta pagando il prezzo più alto”. L’obiettivo deve essere la sicurezza delle persone, perché è certo che “verificheranno eventi meteorologici estremi. Ma non c’è bisogno che diventino disastri mortali”.