Vaiolo delle Scimmie, arrivano test rapido e vaccino: ecco a chi è destinato e quando farlo

Il Vaiolo delle Scimmie ha le ore contate? Arrivano test rapido e vaccino per i gay e i lavoratori a stretto contatto con il virus


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Basta un attimo per sentirsi catapultati nel passato, alle prese con test rapido e vaccino ma questa volta a impensierire gli italiani non è il Covid bensì l’ormai famoso Vaiolo delle Scimmie. L’azienda Innoliving con sede ad Ancona ha annunciato di essere pronta a mettere a disposizione di lavoratori e ospedali il test Monkeypox Virus Antibody, capace di rilevare la presenza di anticorpi contro il virus del vaiolo delle scimmie.

La Innoliving ci ha tenuto a precisare che “il test è indicato come ausilio clinico nella diagnosi di infezione da Monkeypox virus e per la ricerca epidemiologica sul campo” e che il test Il test è già disponibile sul mercato ma riservato all’uso esclusivo di figure professionali a stretto contatto con il virus e alle “persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini”. Il dispositivo è in grado di fornire il risultato del test in appena 15 minuti.

Se da una parte sarà possibile trovare subito e isolare i casi di vaiolo delle scimmie, dall’altra si potrà iniziare la profilassi con i vaccini. Proprio lo Spallanzani ha dato il via alla campagna di vaccinazione (lo si potrà fare da lunedì) per evitare ulteriori contagi e rallentare la velocità di diffusione del vaiolo delle scimmie iniziando dal personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus.

Imvanex, questo il vaccino commercializzato in Europa, è indicato a partire dai 18 anni di età e prevede due dosi a distanza di almeno quattro settimane una dall’altra. In questa prima fase le dosi di vaccino saranno divise tra le Regioni con più alto tasso di ‘positivi’ e che una seconda tranche arriverà nella seconda metà di agosto. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ci ha tenuto a precisare che è sbagliato pensare che il contagio riguarderà solo la comunità gay e che non bisogna “commettere l’errore, fatto negli anni Ottanta ai tempi dell’Aids, di credere che la malattia riguardi solo quella comunità”.