Euro 2022 Calcio femminile. Forza Ragazze, con porte campo e tempo ridotti giochereste meglio e guadagnereste di più

Con campo, porte e time ridotti il calcio femminile sarebbe più gratificante e redditizio per le atlete, i tifosi, gli sponsor. Altrimenti il professionismo rischia di restare un proclama ideologico

Calcio femminile alla riscossa

Euro 2022. Nazionale Italia di Calcio Femminile


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Comincia oggi l’avventura della nazionale italiana ad Euro 2022, i campionati europei di calcio femminile per nazioni. Le ragazze del calcio femminile avranno l’onore della prima serata televisiva su Rai Uno in occasione del loro debutto contro la Francia. La diretta domenicale delle ore 21.00 è una grande vetrina per il calcio femminile che in Italia sta conquistando spazi ed attenzioni sempre più rilevanti.

La nazionale di calcio femminile, guidata da Milena Bartolini, dopo la partita inaugurale contro la Francia continuerà la sua competizione nel girone D contro Islanda e Belgio. Il traguardo minimo è il superamento del girone per una formazione che anche agli ultimi campionati mondiali ha saputo lottare fino alla fine entusiasmando la platea dei tifosi (leggi di più).

E’ un momento storico di grande importanza per il calcio femminile. Le atlete hanno ottenuto anche in Italia lo status professionistico. Un passo in avanti molto importante che adesso però dovrà trovare la verifica nelle condizioni di mercato ed economiche. In alcune nazioni come gli USA il calcio femminile primeggia per numero di praticanti, sponsor, tifosi e conseguente giro economico rispetto al soccer. Altrove, come in Italia, è una realtà ancora marginale ma che ha un grande potenziale tecnico, mediatico ed economico.

Io credo che per rendere il calcio femminile ancora più tecnicamente interessante sia necessario ridurre le dimensioni del campo, della porta e la durata degli incontri. Uomini e donne non sono uguali. Chi afferma una cosa del genere vuole fare propaganda ideologica e finisce per danneggiare il calcio femminile e le sue protagoniste. Sono convinto che con gli accorgimenti proposti (campo, porte, time) le partite di calcio femminile sarebbero ancora più interessanti e spettacolari.

E non sarebbe certo una discriminazione. In tante discipline sportive esistono differenze: le tappe del Giro d’Italia femminile sono meno lunghe di quello maschile, la rete di pallavolo è più bassa per le donne, sono di meno le riprese di un match di boxe. E questo di certo non mortifica, non discrimina. Anzi esalta le competizioni migliorando le prestazioni delle atlete ed i loro guadagni, l’interesse del pubblico e gli investimenti del sponsor.

Il tema della durata e delle dimensioni è ricorrente tra i tecnici, i praticanti e gli addetti ai lavori. La discussione sul calcio femminile è però ammantata da pregiudizi ideologici che offuscano le reali potenzialità di questa splendida disciplina sportiva. Per taluni ridurre le dimensioni del campo o della porta sarebbe addirittura una discriminazione sessista per le praticanti del calcio femminile costrette oggi a cimentarsi nelle dimensioni maschili del terreno di gioco. Quando l’ideologia s’impadronisce dello sport son guai. Speriamo che UEFA ed International Board prendano decisioni oculate.

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