Pesciolini robot per ripulire i fondali dalla plastica

Il progetto è stato condotto dai ricercatori della Sichuan University, in Cina con l'ambizione di ridurre l'inquinamento di mari e oceani


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La plastica, che l’uomo scarica nei i fiumi o che dalle spiagge finisce direttamente sui fondali, è probabilmente la principale fonte di inquinamento dei mari. A venire in soccorso dell’ambiente è la tecnologia. Alcuni ricercatori della Sichuan University, in Cina, hanno lavorato a un progetto per la creazione di pesciolini robot in grado di monitorare la presenza di microplastiche sui fondali marini e di ripulirli. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nano Letters della Società Americana di Chimica (Acs), prevede l’utilizzo di pesciolini robot piccolissimi (circa 15 centimetri), costruiti con materiale che si avvicina a quelle delle perle. Hanno una struttura morbida, sono capaci di entrare anche in aree poco accessibili, riescono ad adattarsi a diversi ambienti e sono molto veloci.

Il corpo di questi pesci-robot è fatto di nanofogli costruiti con la ciclodestrina e il grafene, insieme ad una miscela di lattice poliuretano. Sono in grado di assorbire la plastica e trasportarla altrove, in modo da liberare mari e oceani e salvaguardare gli esseri viventi che li abitano. Inoltre, il materiale con cui sono costituiti questi pesciolini consente loro di auto ripararsi in caso di danni.

Quello delle microplastiche è un problema di notevole gravità. Secondo uno studio condotto dall’Università di Catania, queste sostanze sono presenti anche nei pesci che vivono in profondità elevate. I ricercatori dell’ateneo siciliano hanno esaminato gli stomaci di pesci macruidi, all’interno dei quali sono stati ritrovati filamenti di colore blu. Siccome questi pesci si nutrono di policheti, che hanno una struttura analoga a quella dei filamenti, si deduce che la fauna marina confonde il loro cibo con le microplastiche, altamente dannose al loro organismo.