La muerte di Yoniro, tra Eros e Thanatos, tra smalti bianchi e culi

La muerte è il secondo singolo di un nuovo corso per la talentuosissima cantautrice e performer salentina


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Eros e Thanatos. Il desiderio della vita. Il desiderio della morte. Ci hanno costruito su intere scienze, su questi due contrapposti desideri, su queste due contrapposte pulsioni. Di più, intere mitologie hanno ruotato intorno a questo binomio, addirittura intere religioni, con capolavori dell’arte a essi dedicati, da Canova a Schiele, passando da Klimt, Goya, Magritte, Rossetti e Dio solo sa chi. Non è un excursus su Eros e Thanatos nell’arte, nella religione o nella psicologia che voglio addentrarmi, o almeno non solo e non nello specifico. Voglio raccontarvi una storia che a Eros e Thanatos riporta e che, spesso con le storie funziona così, da Eros e Thanatos, anzi, da Thanatos e Eros, parte.

Interno giorno, Milano, estate.

“Mamma, ti piace lo smalto che ho scelto?”

“…”

“A me piace molto”

“A me no, sembrano le dita dei morti”.

Dolly indietro, sfumato, fine.

Mettiamo questa storiella da parte. 

Torniamo a Eros e Thanatos. 

Esiste un elemento in grado di raffigurare al tempo stesso entrambe queste pulsioni. Non lo dico io, non ho le competenze per farlo, lo hanno detto sia Freud che Jung, fatto di per sé insolito, i due non è che si trovassero d’accordo su molti aspetti, e lo dice anche la mitologia, cui entrambi si sono abbeverati a lungo. Lo scorpione. Parlo dell’aracnide, ovviamente, ma non credo affatto sia un caso che anche le caratteristiche solitamente affibbiate a chi sotto questo segno zodiacale è nato guardino nella medesima direzione. Lo scorpione è un simbolo di distruzione, il veleno mortale che può veicolare col pungiglione che si trova nella sua coda è temuto sin dall’alba dei tempi, ma anche per questo è un simbolo di potenza, fortemente erotizzato, a quella sfera di pulsioni quindi primordiali, non controllabili, aggressive, selvagge. Il fatto che la sua “arma”, fallica, si trovi nella coda, quindi in quella che è la sua parte posteriore ha spinto Freud a parlare di complesso sado-anale, è noto che il padre della psicanalisi abbia diviso la vita in fasi, la fase anale, seconda in ordine di arrivo, dopo quella orale e prima di quella fallica. Come, quindi, se alla fase anale si unisse quella della sessualità, fallica, andando a creare una dialettica di creazione e di morte, sempre lì, Eros e Thanatos. Jung, che aveva nei confronti della libido un rapporto assai differente da Freud, per lui era la rappresentazione della totalità delle energie psichiche, per Freud solo di quelle sessuali, associava il simbolo dello scorpione appunto alla libido, formante e trasformante. 

Sto procedendo con l’accetta, lo so, ma non è mica un trattato di psicanalisi che state leggendo. La natura dello scorpione, capace di portare morte con un colpo bel assestato del pungiglione posto all’estremità della coda posta sul suo culo, passo dall’accetta al napalm, è quella di miscelare pulsioni aggressive e sessuali, quindi, tocca almeno citare l’Es, ascrivibili all’area d’azione di Thanatos, quindi alla morte, si pensi alla famosa favola di Esopo, quella in cui lo scorpione uccide la rana che lo sta trasportando sulla propria schiena all’altra sponda del fiume, morendo con lei. Non è un caso che lo Scorpione abbia nella mitologia antica, penso agli egizi, una carica potente di trasformazione, di cambiamento dopo la morte, lo scorpione era figura legato alla divinità Selkis, dea della fertilità e al tempo stesso era custode dell’oltretomba, e come del resto confermato anche dallo zodiaco greco, dove la costellazione dello Scorpione simboleggiava sia lo stato primordiale rappresentato dall’acqua che quello della morte, indicato dalla freccia, come dire un ritorno alle origine attraverso la sofferenza e la morte. Per quel che riguarda la nostra astrologia, sempre che abbia un senso parlarne come fosse qualcosa di degno di nota, lo Scorpione donna è considerata la più passionale, erotica, un mix di mistero e istinto, al limite del primordiale e del melodramma.

Interno sera, Milano, autunno.

“Guarda queste foto”. È il testo breve, una rarità per me, che accompagna gli screenshot di una serie di foto prese da Instagram. Alternano i culi  e i piedi di Nicki Minaj e di Cardi B, probabilmente le più importanti artiste in ambito hip-hop, di oggi e di sempre. Una fisicità importante, la loro, esibita con dovizia di particolari, il desiderio coltivato, parte di un’estetica sessualizzata ma assolutamente gestita, conscia, Cardi B proviene dal mondo delle stripper, per altro. I culi, in entrambi i casi, leve con cui sollevare il mondo, fili dei perizomi a renderne pubblicati le foto, seppure stranamente Instagram, come Facebook, non censura le foto di culi anche sprovvisti di quei pezzetti di stoffa, cosa che non capita ovviamente con gli altri archetipi della sessualizzazione femminile, i capezzoli in testa. Se dei culi ci siamo fin qui occupati, seppur tangenzialmente, la coda dello scorpione, la fase anale di Freud, la sessualità non finalizzata alla procreazione, sorte diverse per la vagina e i seni, entrambi inclusi in essa, l’Osculum Infame, il saluto rituale delle streghe nei confronti del diavolo, mai citato ma lì, da qualche parte, i piedi, fugacemente citati riguardo la scelta di uno smalto, meriterebbero un capitolo a sé stante. Simbolo a loro volta di potenza e di importanza, il sostenere il peso del corpo, il lasciare traccia sul terreno, sono sempre stati caricati di forte valenza sessuale, sorte condivisa con buona parte delle estremità, e per questo a lungo censurati e considerati scandalosi, addirittura impronunciabili, oltre che immostrabili, di conseguenza oggetto primario di feticismi (a tal proposito leggetevi il fondamentale saggio L’adorazione del piede di Berarda Del Vecchio). Negli screenshot di cui sopra, presi di peso da Instagram, quindi facilmente recuperabili da chiunque, Nicki Minaj e Cardi B esibiscono entrambe il medesimo smalto bianco. Nicki Minaj, a dirla tutta, esibisce sempre smalto bianco sulle dita dei piedi, in tutte le foto in cui li mostra, e tanto quanto il culo Nicki Minaj mostra molto spesso i piedi. Cardi B meno, lei tende a mettere più in evidenza il decoltè, generosissimo, ancora più generoso dopo la maternità. Lo smalto bianco, quello che stando alla lettura di mia suocera, è lei che parlava con mia moglie, parecchie righe sopra, le ricorderebbero le dita dei morti.

Thanatos, quindi, ma anche Eros, torniamo sempre lì. Ancora più Thanatos e ancora più Eros in virtù del fatto che chi sfoggia quello smalto esibisce anche culi notevoli, parlo di proporzioni, veri strumenti di seduzione, evidentemente.

Torniamo indietro di mille e passa anni. 

Medioevo, Coventry, Inghilterra. 

Siamo nell’epoca delle streghe, ne abbiamo fatto cenni qua e là, siamo in epoca di rivoluzioni. Le strade di Coventry sono deserte. Non si vede anima viva. Le finestre e le porte di ogni casa e edificio sono sigillate con tavole di legno inchiodate, alcune con pesanti drappi di velluto, immagino rosso. Si sente un rumore di zoccoli sul selciato. Echeggiano, rendendo quel suono fastidioso, quasi opprimente. Il cavallo si avvicina. In sella c’è una donna, bellissima, di quella bellezza d’epoca, oggi forse incomprensibile. Ha i capelli rossi, e lunghi. Le scendono fino quasi ai fianchi, sciolti. Coprono i seni, per questo sono sciolti, e li coprono perché la donna è nuda, a cavallo. Nuda ma coperta dai capelli, che occultano alla vista non si sa bene di chi i seni, dalla sella, che occulta alla vista non si sa bene di chi le intimità. L’unica parte che resta scoperta, non c’era scelta, il culo. La donna si chiama Lady Godiva, moglie del conte Leofrico di Coventry, e sta attraversando le strade del paese nuda per una scommessa fatta col marito, per una sfida lanciatale dal marito e da lei accettata, per essere precisi. Lady Godiva si è infatti schierata dalla parte dei cittadini, che lamentavano un ingeneroso aumento delle tasse sul pane, tasse che li ha portati alla fame. Leofrico ha allora rimproverato la moglie, e l’ha sfidata: se attraverserai le strade di Coventry nuda le abbatterò. Poi, ingelosito dalla sua stessa proposta, ha ordinato che ogni finestra e ogni porta fosse murata, che nessuno si trovasse in giro. Lady Godiva ha accettato la sfida, e sciolti i capelli ha attraversato la città, rossa di capelli, come le streghe, nuda, come Eva. Il dipinto del preraffaellita di seconda generazione, John Collier, a straslare in ambito angelicato quella che resta comunque una strega, il rosso dei capelli vera ossessione della confraternita nata da Gabriel Dante Rossetti. Lady Godiva, comunque. Scommessa vinta, tasse abbattute, il potere della propria sessualità e della propria sessualizzazione a ottenere un risultato insperato. A margine, da un foto su una tavola, Tommy a guardarla, il testimone che rende l’albero caduto nella foresta realmente caduto. Tommy che diventerà cieco, questo succede a guardare le donne nude, allora come oggi, stando alla credenze, poco importa se quel Tommaso richiama alla memoria l’apostolo dubbioso, Peeping Tom, così lo si chiamerà da allora, i Peeping Show spogliarelli privati in certi postriboli, ancora oggi. 

Esterno giorno e notte, mondo, autunno.

Esce il nuovo singolo di Yoniro The Moongirl, da ora in poi, qui, Yoniro e basta, La muerte. Secondo singolo di un nuovo corso per la talentuosissima cantautrice e performer salentina, dall’inizio della pandemia bloccata in Australia, giunto a distanza di un anno dal precedente Bambolina, di cui avevo già scritto qui https://www.optimagazine.com/2020/12/02/bambina-bambolina-e-il-nuovo-brano-di-yoniro-the-moon-girl/2002676. Un brano cantato in spagnolo e che mette perfettamente in musica il concetto di rinascita e trasformazione dopo la discesa agli inferi, Eros e Thanatos che si scontrano e scontrandosi rinascono a vita nuova. Una canzone che affronta le tematiche su esposte, accompagnata da un video che è la perfetta rappresentazione di questo viaggio iniziatico, di questo romanzo poetico di formazione, un prodotto di alto tasso artistico che può tranquillamente competere con i suoi corrispettivi internazionali, il vivere forzatamente dall’altra parte del mondo mi sembra di poter affermare senza paura di smentite ha ulteriormente allargato gli orizzonti onirici e immaginifici dell’artista in questione, una delle più interessanti alfiere del nostro pop, o meglio del nostro art pop. Fossimo nel campo degli arcani, dei tarocchi, e non lo siamo solo perché nessuno ci ha ancora pensato, Yoniro sarebbe rappresentata proprio evocando quegli elementi lì, lo scorpione, Eros che si bacia con Thanatos, lo smalto bianco, il culo, mica per caso è proprio il suo culo a rappresentate una versione 2.0 di Lady Godiva nella copertina della mia raccolta di saggi dedicata alla musica al femminile e al corpo della donna in musica che si intitola Cantami Godiva. L’idea è qui, basta solo prenderla e realizzarla, altri nomi assolutamente arcanizzabili, già arcanizzati di loro, le precedentemente raccontate Anna Soares, Costanza Savarese, Kimerica, Vanina Vincent, tanto per fare qualche nome, magari Mille, a sua volta citata, che gli arcani li dipinge, e anche piuttosto bene, potrebbe pure realizzarli davvero, io sposo l’iniziativa. 

Yoniro arcano lunare, scorpionesco, quindi, Eros e Thanatos nello stesso esile corpo, Lady Godiva oggi. Il tutto trasmutato in chiave cyborg, Donna Hataway più volte evocata nel video stesso, la donna cyborg, futuribile e ancestrale al tempo stesso, il deserto, habitat naturale proprio dello scorpione a regalarci colori incredibili, quasi disumani, su tutto lei, Yoniro, artista iconica come in Italia se ne trovano davvero poche, forse addirittura nessuna. Una strega, di streghe ho parlato parecchio, recentemente, nata sotto il segno dell’Acquario, il segno dello scorpione presente sul suo corpo, sotto forma di tatuaggio, corpo decisamente esposto nei suoi video, come nel suo immaginario, un’estetica curatissima e precisa a accompagnarne le uscite discografiche, indipendenti per necessità, certo, ma anche per status artistico. In La Muerte, il video (lo trovate qui https://www.youtube.com/watch?v=Xe8TAO6vu0k), Yoniro appare cyborg lunare, le dita adornate di lunghe e affusolate estensioni delle unghie, come di ghiaccio, i seni coperti da una chiera che le cinge anche la fronte, le movenze degne di una Flora Sigismondi, movenze ectoplasmatiche a fianco di balli ipnotici, quasi tribali, a tratti sullo schermo nuda, coperta da scarabei verdi. I piedi non sono visibili, se no frammentariamente, ma ci scommetto che se le dita sono ornate con lo smalto, è smalto bianco, quello che a mia suocera ricorda le dita dei morti, quello delle cantanti che celebrano l’eros esibendo il proprio culo.