Nathalie, Sara Romano, Agnese Valle e la musica che gira in camper

Nel loro progetto, le tre cantautrici lasciano che la casa viaggiante diventi in qualche modo il cuore della loro narrazione e di uno spettacolo indubbiamente originale


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Quella appena trascorsa, anzi, tecnicamente ancora in corso, è stata l’estate dei camper. L’ho letto in uno di quegli articoli che non lasciano molto spazio al dibattito, partono da postulati piuttosto radicali e almeno su quelli non intendono discutere. Ne vengono pubblicati ogni giorno a centinaia, di articoli così. Questo è l’anno del viola. La rinascita della rucola. Scordatevi la depilazione ascellare. Torna di moda la frangetta. Un tempo, per gioco, ne ho scritto uno anche io, di articoli così, ai tempi ai quali militavo in quello che di lì a breve sarebbe diventata l’house organ del Movimento 5 Stelle, mai ringrazierò abbastanza la caporedattrice di essersi comportata come la peggiori delle arroganti, sai la vergogna a venir ancora associato a quel brand?, avevo scritto un pezzo che giocava sul “chi fa questo o è fatto così è più intelligente degli altri”, immagino che tutti voi siate incappati in articoli come quelli almeno una volta nella vita. Chi mangia Nutella è più intelligente. Chi è disordinato è più intelligente. Chi ha il culo grosso è più intelligente. Articoli fatti per avere click, e che si basano esclusivamente sulla faciloneria di chi legge, mista a una certa voglia di evasione, oltre che sul fatto che la gente ama la Nutella, è disordinata e ha il culo grosso. Nel mio caso, questo il giochino che avevo voluto fare, avevo scritto un pezzo che rovesciava il meccanismo, a essere più intelligente non era chi aveva il culo grosso, ma chi apprezzava i culi grossi, parlavo da uomo e rivolgendomi agli uomini, certo, ma al tempo stesso lusingando le donne col culo grosso, è evidente. Come tutti quei pezzi, quegli articoli sono praticamente tutti uguali, citavo una fonte pseudoscientifica, inventata di sana pianta, lo studio di una qualche università americana, e poi mi lasciavo andare a un elogio del culo grosso, contrapposto, era pur sempre un gioco, a una sorta di attacco violento alle tette grosse. Il pezzo, uscito per gioco, ha fatto in poco tempo quasi un milione di click, finendo per essere il pezzo più letto di quel quotidiano, alla faccia delle tante firme insigni che per quel foglio di carta, vera o digitale, scrivevano. Pezzo, va detto con una certa mestizia, super ripreso da un sacco di altri siti e giornali, alcuni anche autorevoli. Al punto che di lì a breve ho scritto l’ovvio seguito, un inno alle tette piccole, pezzo se possibile ancora di maggior successo, finito in non ricordo più quanti sezione “salute e benessere” di testate assai serie e rinomate. La morale di quel pezzo, sempre che di morale si possa parlare, è che oggi come oggi non è tanto vero che uno vale uno, ma che uno o non uno vale sempre e comunque tutto, ma nei fatti avevo semplicemente dimostrato che a saper scrivere si poteva far passare per vero anche qualcosa di incredibile.

Quello che invece ho letto io, non saprei neanche dire per quale motivo figlio di una qualche logica, è che questa è stata l’estate dei camper. In realtà, va detto, il pezzo in questione non era tutto costruito su questo semplice postulato, come la maggior parte dei pezzi simili, e non citava neanche a sproposito un qualche studio di una università inventata dallo stagista di turno, da lì partiva per raccontare di questa nuova strampalata invenzione, Henan Xinge Motorcycle, un camper molto simile all’Ape Piaggio, in vendita a soli quattromila euro. Un camper vero e proprio, munito quindi di angolo cucina, letti per tre persone e tutto il necessario, ovviamente basato su moduli a incastro, e capace di sopportare fino a settecento chilogrammi di peso, col solo difetto di non riuscire a superare i quaranta chilometri orari. Una specie di camper giocattolo, in sostanza, per vacanze vicino casa, ma pur sempre un camper. Un pezzo ben scritto, quello che lo presentava, e se io sono stato capace di far credere a milioni di persone che guardare donne col culo grosso è indice di intelligenza, nel pezzo citavo una onestà del culo, rispetto alle tette, non vedo perché non dovrei credere che questa sia stata l’estate dei camper e che a breve tutti vorremo un camper che in pratica è un’Ape Piaggio accessoriata del prezzo di soli quattromila euro.

Del resto questa estate andare in giro per il mondo è stato sport praticato da pochi, vuoi per le varie restrizioni imposte dal covid, Green Pass e permessi vari, quarantene, regole diverse per ogni nazione, vuoi perché un anno e mezzo di pandemia hanno indubbiamente influito sui budget delle famiglie, non è così improbabile che si sia guardata con un po’ più di attenzione ai camper, magari non proprio un fenomeno di massa, ma con numeri maggiori degli anni precedenti.

Non è un’Ape Piaggio cinese del costo di quattromila euro, ma un camper vero e proprio quello che Nathalie, cantautrice romana con già diversi lavori all’attivo, divenuta nota una decina di anni fa per aver partecipato e vinto a X Factor, ha deciso di condividere con due sue colleghe, Agnese Valle e Sara Romano, per un’esperienza che mi auguro sia assai più solida e duratura del Henan Xinge Motorcycle, Musica che gira in Camper.

Non un semplice mezzo di trasporto, nel caso specifico, il camper di Nathalie, che già recentemente lo aveva usato per scrivere alcune canzoni del suo repertorio, quanto un vero e proprio strumento di scena, a volte palco, a volte backstage, a volte proscenio. Le tre cantautrici, assai distanti per stile e repertorio, ma affini per attitudine e, evidentemente, anche umanamente, si alternano agli strumenti, che si tratti di chitarre, pianoforti, o il clarinetto di Agnese, non limitandosi a cantare, ma anche a raccontare, lasciando che la casa viaggiante diventi in qualche modo il cuore della loro narrazione e di uno spettacolo indubbiamente originale. Certo, uno spettacolo più votato alle stagioni calde, ma che magari nei prossimi mesi potrebbe dar modo a nuovi sviluppi, da cosa nasce cosa. Nathalie, Sara Romano e Agnese Valle, del resto, l’una con un repertorio votato al pop internazionale, seppur figlio del cantautorato, l’altra con le radici saldamente affondate nel folk, non solo in quello della sua Sicilia, l’ultima con uno sguardo attento a quella che è la nostra tradizione di musica colta, sia in ambito leggero che non, hanno un talento assolutamente cristallino, meritevoli di attenzione e palchi decisamente più solidi e stabili di quelli che un peregrinare a bordo di un camper può offrire, ma ciò nonostante hanno deciso di rimboccarsi le maniche e, passato come tutti un anno e mezzo in fase di stallo, hanno ben pensato di andarsene in giro per lo stivale a portare la propria musica in una maniera che ricorda tanto il Furthur di Kenkeseyana memoria.

So che quel che sto per fare è forse anche meno onorevole dell’aver scritto due pezzi sull’intelligenza di chi decide di concentrare il proprio sguardo su culi grossi e tette piccole, ma non posso esimermi di sottolineare come in qualche modo io e il progetto La musica che gira in camper siamo parenti, quantomeno per quelle affinità che fanno sì che nella vita si tenda a passare più tempo con chi scegliamo che con chi magari è al nostro fianco per mere faccende familiari. Le tre cantautrici in questione, infatti, hanno avuto modo di familiarizzare tra loro ai tempi di Femminile Plurale, l’evento legato al cantautorato femminile che nel 2019 ho ideato in ottima compagnia di Tosca e che in compagnia di Cinzia Fiorato del TG1 ho condotto in quel dell’Officina Pasolini, per poi tornare a incontrarsi a Sanremo, ospiti di Attico Monina, mica per nulla proprio in quell’occasione nacque l’idea di Unisona Collettiva, che vedrà fianco a fianco Sara e Agnese, entrambe poi coinvolte con un featuring a distanza di Irene Ghiotto anche nel singolo Safe Place, in un crescendo di iniziative che da lontano seguo sempre con grande interesse, come uno zio orgoglioso di vedere crescere le proprie nipotine, ma soprattutto felice perché in qualche modo ha contribuito a accendere la miccia per quello che è senza ombra di dubbio uno spettacolo da non perdere, visto che di micce si parla, una vera e propria bomba, seguitele sui social, e se capitano dalle vostre parti non perdetevele per nulla al mondo, fidatevi di un vecchio zio orgoglioso.