Da Troisi a Sorrentino: un dizionario racconta il Nuovo Cinema Napoletano

Oltre cinquecento film e più di duecento autori trovano spazio nel volume di Giuseppe Borrone


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“Il Nuovo Cinema Napoletano non è mai diventato una scuola, per le evidenti differenze di stile, temi e modalità espressive dei registi coinvolti, ma ha avuto il grande merito di radicare un sistema produttivo a Napoli”: lo storico del cinema Giuseppe Borrone, da anni promotore di festival e rassegne cinematografiche, osserva il capoluogo partenopeo raccontandolo nel suo ricco “Dizionario del Nuovo Cinema Napoletano”, pubblicato da CentoAutori.

Il regista Paolo Sorrentino, l’attore Toni Servillo e l’Oscar per “La Grande Bellezza”

Per la prima volta, i registi e le opere cinematografiche prodotte a Napoli e in Campania dal 1990 al 2020 sono proposti in una ricognizione unica e in forma di dizionario: oltre cinquecento film e più di duecento autori vengono censiti, recensiti e analizzati con l’obiettivo, decisamente raggiunto, di presentare la fotografia più completa possibile del Nuovo Cinema Napoletano, espressione nata negli anni Novanta. Ci sono proprio tutti nel dizionario borroniano: Troisi e Sorrentino, Turturro e Salemme, Rak e Garrone, Corsicato e Demme, Martone e Servillo, Capuano e i Manetti Bros. 

“Napoli è tanto di tutto e per conoscerla davvero è necessario esplorarla senza forzature invadenti” spiega il critico cinematografico Valerio Caprara nella sua gustosa prefazione al dizionario. Il volume di Giuseppe Borrone presenta anche decine di nomi di registi indipendenti o sperimentali, i cui film sono spesso invisibili per la loro limitata distribuzione ma che hanno contribuito e contribuiscono a definire un’identità artistica riconoscibile.

“L’anniversario del trentennio dall’inizio del cosiddetto Nuovo Cinema Napoletano è stata per me l’occasione per intraprendere un viaggio nella memoria, stilare un bilancio e intravedere le prospettive future” commenta Borrone, riferendosi ai tanti cineasti cresciuti all’ombra del Vesuvio che hanno contribuito a generare una realtà industriale in Campania, aprendo la strada a una filiera dell’audiovisivo che, dall’animazione alle serie televisive, occupa un ruolo-chiave nel sistema cinema nazionale.

Michelangelo Iossa