La differenza tra il finale di Suburra 3 e il film per Aureliano/Numero 8 e gli altri personaggi

La differenza tra il finale di Suburra 3 e il film per Aureliano e gli altri personaggi della serie è frutto di una precisa scelta creativa

SUBURRA (L to R) GIACOMO FERRARA as SPADINO, ALESSANDRO BORGHI as AURELIANO in episode 306 of SUBURRA Cr. EMANUELA SCARPA/NETFLIX © 2020


INTERAZIONI: 712

Il finale di Suburra 3, con l’ultima stagione arrivata su Netflix il 30 ottobre, ha concluso una saga che ha vissuto di vita propria superando ogni legame con il film da cui è tratta. A confermare che l’universo narrativo di Suburra – La Serie è diverso da quello dell’omonima pellicola di Stefano Sollima è soprattutto questa terza ed ultima stagione, quella dedicata al crimine, che chiude l’ideale triade Chiesa-Stato-Criminalità su cui è basato l’intero progetto della serie (qui la nostra recensione).

SPOILER!

In molti si sono stupiti del finale di Suburra 3 soprattutto per la sorte riservata al personaggio di Aureliano Adami (Alessandro Borghi), il cosiddetto Numero 8 del film di Sollima: dopo essersi trasformato da ragazzino sprezzante del pericolo in aspirante boss di Ostia (e pure di Roma Nord) dilaniato dai lutti, termina la sua scalata al potere consapevole di aver perso tutto. E per tutto si intende soprattutto le persone che amava (in primis, la sorella Livia): “Tutto quello che tocco muore, è morta perfino una creatura” è il commento amaro di Aureliano dopo che nel tentativo di uccidere Manfredi ha provocato l’aborto di Angelica (Carlotta Antonelli).

Le differenze tra il finale di Suburra 3 e quello del film sono lampanti ma non per questo inspiegabili. Nel film siamo nel 2011 e Numero 8 (così denominato dal tatuaggio che ha sulla nuca) viene ucciso da Samurai e dal suo sicario, mentre nella serie Aureliano viene freddato in uno scontro a fuoco nel 2008, immolandosi per salvare Spadino (Giacomo Ferrara) da suo fratello Manfredi (Adamo Dionisi) che gli ha teso l’ennesima trappola e morendo tra le sue braccia. Ma non è certo l’unica differenza col film: basti pensare che Samurai (Francesco Acquaroli) muore all’inizio della terza stagione di Suburra, nel primo episodio, proprio per mano di Aureliano e Spadino perché tradito da Cinaglia (Filippo Nigro), invertendo quanto accaduto nel film. E lo stesso Manfredi, ucciso da Spadino dopo aver provocato la morte di Aureliano nel finale di Suburra 3, ha una sorte diversa nel film, in cui viene sbranato dai suoi stessi pitbull (che nell’ultimo episodio della serie, non a caso, si vedono in un flashback relativo alla giovinezza di Manfredi).

Queste differenze emerse così evidentemente nel finale di Suburra 3 non sono da considerarsi degli errori di sceneggiatura, ma il frutto di una scelta creativa che è maturate col tempo. La serie nata come prequel di Suburra ha attinto al film e al romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini sulla mafia romana e i suoi rapporti con i diversi livelli delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche ma senza intrattenere con essi un rapporto di totale continuità. I personaggi di Suburra 3 vanno incontro a destini diversi rispetto al film proprio perché sono ispirati a quell’universo narrativo, ma vivono una storia a sé: la serie è nata come prequel per spiegare come si è arrivati alla drammatica deriva corruttiva in cui naviga la città nel film di Suburra, ma poi è diventata una trama indipendente dalla pellicola di Sollima.

Lo hanno spiegato gli stessi sceneggiatori e produttori in conferenza stampa presentando il finale di Suburra 3. La showrunner Gina Gardini ha sottolineato che la serie ha operato una rotazione a 180° rispetto al film, concentrandosi non tanto sugli eventi e sulla loro concatenazione, ma sull’anima della storia, su quella dei personaggi, sul concetto di potere affrontato in tre capitoli dal focus ben preciso: “Il film al cinema è stato sviluppato con tutti i personaggi al servizio di una scadenza che era l’Apocalisse. Qui abbiamo ribaltato tutto per raccontare come i personaggi hanno portato avanti gli eventi. Era previsto sin dall’inizio che film e serie non avessero molto in comune a parte alcuni personaggi ed il tema principale, così come avevamo previsto l’arco di tre stagioni e il finale”.

Piuttosto, il problema del finale di Suburra 3 è che ad una prima visione sembra lascia aperti gli interrogativi sul futuro dei superstiti. In realtà è possibile leggere comunque il loro destino tra le righe delle conseguenze della morte di Aureliano: Spadino, da sempre innamorato di lui, sembra aver trovato il coraggio di liberarsi dalla sua famiglia e dalla vergogna di essere un sinti omosessuale, mentre le ragazze – Nadia (Federica Sabatini) e Angelica – sono rimaste sole ma legate dalla loro amicizia, mentre la continua rincorsa del potere di Cinaglia appare ormai senza limite alcuno dopo l’omicidio della moglie. “Qualcun che fa correre il mondo di sotto lo troviamo“: proprio in questa frase di Cinaglia c’è l’unico finale possibile del racconto di Suburra, e cioè l’idea che la collusione criminale su cui si reggono alcuni meccanismi del governo della città continuerà a perpetuarsi in eterno, camminando sulle gambe di sempre nuovi aspiranti boss pronti a riempire ogni vuoto di potere e a relazionarsi col “mondo di sopra”.

Ti presentiamo Fire TV Stick Lite con telecomando vocale Alexa | Lite...
  • La versione più conveniente di Fire TV Stick - Goditi uno streaming...
  • Premi e chiedi ad Alexa - Usa la voce per cercare e guardare contenuti...