VAR a chiamata? Arbitri e regole, sono problema. Propongo televoto

Il challenge senza semplificazione delle regole sarebbe ingannevole. Tanto vale affidarsi al televoto, alla giuria demoscopica ed alla Sala Stampa come per Sanremo

VAR a chiamata

Arbitro al VAR


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La FIGC è pronta a sperimentare il VAR a chiamata. Dopo le ultime feroci polemiche si apre la porta al challenge tecnologico, già adottato in altri sport.

Il potere di consultare il VAR sarà condiviso tra arbitri ed allenatori che in caso di dubbio potranno “obbligare” il direttore di gara a rivedere le immagini degli episodi controversi.

L’dea del VAR a chiamata è appena sbocciata. Bisognerà ben definire le modalità d’uso ( in quali casi si può chiamare, quante volte durante il match, etc.). Ma il challenge all’italiana potrebbe diventare la novità più rivoluzionaria del prossimo campionato di Serie A.

Le tecnologie supportano da tempo le valutazioni arbitrali in altre discipline sportive con modalità bene diverse. Tennis e pallavolo hanno azzerato le polemiche su riga/fuori, ad esempio. Nel rugby il TMO ( equivalente VAR) avviene coram populo. Gli spettatori vedono le immagini ed ascoltano le conversazioni tra i giudici. Nella NFL il challenge spesso non chiarisce gli episodi ma la pausa è gradita dalla pubblicità e dai venditori di hot-dog.

Il calcio si è incamminato sulla strada del VAR da qualche stagione. Finchè si tratta di stabilire gol/nongol ed off-side , no problem. Ma in caso di contatti e giocate sospetti il VAR è in tilt. Ormai è diventato impossibile anche ai più esperti stabilire, in caso di tocco di mani in area del difensore, quanto sia rigore. Anche guardando e riguardando le immagini in tv. Le regole sono conduse, gli arbitri fanno poco gioco di squadra, i club ed i tifosi sono pronti a scaricare sui direttori di gare la responsabilità delle sconfitte.

Si può anche introdurre il VAR a chiamata, ma il caos e le polemiche ( se non si semplificano le regole e non si migliora la cooperazione nella squadra arbitrale ) sono diminuiranno automaticamente. La tecnologia può essert un utile ausilio, ma solo è mera illusione che possa ricostruire il rapporto fiduciario tra arbitri, club e tifosi.

Se non s’interviene alla radice semplificando le interpretazioni delle regole, anche il VAR a chiamata sarebbe inutile. A quel punto potremmo far decidere al Televoto i casi controversi