L’omaggio dei Tool a Neil Peart sul palco di San Diego con due cover dei Rush (video)

Nel 2015 Danny Carey e il grande assente si incontrarono in casa di Stewart Copeland per una jam session

Photo by Jimmy Hubbard / Twitter


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Dopo tante comunicazioni da parte del mondo del rock non poteva mancare l’omaggio dei Tool a Neil Peart, il batterista dei Rush scomparso il 7 gennaio a seguito di un tumore al cervello. Aveva appena 67 anni.

Non si parla di un fatto scontato in quanto la band di Maynard James Keenan non eccelle nella comunicazione, dal momento che è capace di rivolgere al pubblico solamente poche parole durante gli show. A Firenze Rocks, ricordiamo, Keenan disse solamente: “Firenza, hey!”, due semplici parole pronunciate durante una pausa tra un brano e l’altro.

Con questa loro peculiarità, però, i Tool ci fanno capire di essere campioni nella comunicazione non verbale dal momento che riversano la loro capacità dialettica nei brani e nei gesti. Tanti artisti, poche ore dopo la triste notizia della morte di Neil Peart, hanno pubblicato le loro parole di cordoglio sui canali social ufficiali e non sono mancate le dichiarazioni dei Foo Fighers e Slash, specialmente da parte di Dave Grohl e Taylor Hawkins.

L’omaggio dei Tool a Neil Peart si è consumato con la musica. Durante lo show che la band di Los Angeles stava tenendo venerdì sera, 10 gennaio, alla Viejas Arena di San Diego (California), tre sono stati i momenti dedicati alla memoria del compianto batterista dei Rush.

Un legame quasi inevitabile dal momento in cui si parla di progressive rock che i Tool eseguono nell’evoluzione metal di cui hanno reinventato i canoni, rendendosi una delle band più sperimentali e spirituali del mondo. Non solo: era il 2015 quando l’arrivo di nuove percussioni nella tenuta dell’ex batterista dei Police Stewart Copeland fu inaugurato proprio da Danny Carey dei Tool e Neil Peart, che insieme improvvisarono una jam session.

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Sul palco di San Diego, quindi, i Tool hanno accennato una versione di A Passage To Bangkok e 2112, entrambe estratte dall’album 2112 (appunto) del 1976. Nel mezzo dello show, inoltre, Danny Carey ha reso omaggio all’amico e collega con un solo di batteria ispirato allo stile di Neil Peart durante il quale nello schermo che si trovava sul palco è comparsa una foto che li ritraeva insieme.

I fan hanno apprezzato e hanno riconosciuto la rullata iniziale che era tipica dello stile del grande assente, una capacità quasi scontata per Danny che nell’ultimo album dei Tool Fear Inoculum ha dato una grande prova delle sue indiscusse abilità nell’interludio Chocolate Cheap Trip che ospita, appunto, un suo solo batteristico.

L’omaggio dei Tool a Neil Peart si unisce, con questo linguaggio, ai tanti tributi resi dal mondo del rock nelle ultime ore: in coro unanime tutti hanno scritto che il batterista dei Rush ha reso grande e unico il mondo della musica e gli stessi Rush gli devono il cambio di stile che li trasportò dal mondo dell’hard rock a quello più complesso e ricercato del progressive rock.

Un mondo, quello del rock, che trova definizione anche dall’omaggio dei Tool a Neil Peart e che si dimostra ancora una volta unito e sincero, forte di fronte a tanti piccoli dei che di anno in anno si ricongiungono alle sfere celesti dopo aver dato alla Terra la giusta lezione di stile e passione.