UEFASuperCup. Femmina può arbitrare maschi? Istanbul:flop o nuova era nel calcio?

La UEFASuperCup sarà arbitrata dalla francese Stephanie Frappart. Scelta saggia o di propaganda? Di certo non è stata una scelta meritocratica perché lei non mai ha diretto un incontro di Champions e/Europa League

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Stephanie Frappart dirigerà la UEFASuperCup. Le sue capacità tecniche sono indiscutibili. Ma una donna può arbitrare una sfida maschile di così alto livello? Ad Istanbul è in scena una pagina storica del calcio mondiale.

La sfida di Istanbul tra Liverpool ed Arsenal aggiunge  un ulteriore tema d’interesse ai tanti di natura tecnica e tattica già presenti sul terreno di gioco. Liverpool e Chelsea hanno dominato la scorsa stagione conquistando il diritto a giocare la UEFASuperCup che mette in campo i vincitori della Champions e quelli dell’Europa League. E’ la competizione tra il top del calcio continentale e la UEFA ha coraggiosamente deciso di affidarne la direzione ad un’arbitra.

La clamorosa decisione ha suscitato curiosità, interesse mediatico ma anche qualche dubbio. L’arbitra è competente come hanno dimostrato le sue prestazioni ai recenti Mondiali femminili e le pur fugaci apparizioni tra i maschi in Ligue 1 e Ligue 2. La Frappart non ha però mai arbitrato un incontro di Champions e/o di Europa League.  Non c’è dunque meritocrazia nella scelta di farle arbitrare la UEFASuperCup  perché queste competizioni sono assegnate agli arbitri con un curriculum ampio e consolidato. Dunque si è verificata una sorta di discriminazione al contrario perché tanti arbitri maschi avevano titoli maggiori della collega donna per arbitrare la partita.

Altri dubbi legittimi sul piano genetico. E’ in grado la femmina, per quanto preparata, di reggere il ritmo atletico di una gara tra maschi velocissima e tiratissima come sarà la UEFASuperCup? Gli arbitri di calcio devono esser sempre vicini all’azione; una femmina è in grado di garantire questo dinamismo per tutto l’arco di una gara che potrebbe decidersi ai calci di rigore?  Dal punto di vista tecnico poi sarà interessante comprendere la capacità di valutare  la regolarità e l’intensità dei contatti di gioco ovviamente diversi tra uomini e donne.

La scelta della UEFA è coraggiosa ma ispirata a ragioni propagandistiche piuttosto che tecniche. L’intento è quello di lanciare un messaggio positivo riguardo all’emancipazione femminile. Un intento che condivido in pieno, mentre resto perplesso sul metodo. Sarebbe stato più logico cominciare a designare le donne nelle sfide dei Preliminari e, avuti i riscontri positivi, stagione dopo stagione farle giungere fino alla finale. Un salto in avanti così clamoroso potrebbe esser persino controproducente.