La recensione di Delta dei Mumford & Sons, indie-folk senza pretese

A tre anni di distanza da "Wilder mind" la band londinese imbraccia nuovamente la strumentazione acustica


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Quando si parla di Inghilterra non si può non pensare al brit-pop, ultimo manifesto britannico che ha segnato gli anni ’90 e che rivive nell’indie, oggi, con l’album Delta dei Mumford & Sons. Il quartetto londinese di polistrumentisti ritorna a tre anni di distanza da “Wilder mind”, l’ultimo impegno discografico pubblicato nel 2015.

Ciò che accade con Delta dei Mumford & Sons è la saldatura definitiva delle capacità corali e compositive che Marcus Mumford e compagni dedicano interamente al loro lavoro. Lo dimostrano le 14 tracce di questo quarto album in studio, distribuito dalla Island Records e prodotto da Paul Epworth, lo stesso di Paul McCartney, conterraneo eccellente, ma anche di Bruno Mars, Florence and the machine e dei Coldplay.

Gli arrangiamenti e il riverbero scelto per le voci offrono scorci di un Regno Unito fatto di scogli, onde che su questi si infrangono e musicisti tenaci che sfidano le intemperie per sfruttarle e tradurle in musica. Delta dei Mumford & Sons si apre con 42. Vibrante, accorata e scandita da una cassa in continuo battere. Evocazioni che sul finale si fanno struggenti con l’intervento di un rullante, quasi una marcia del dolore. Un timido sorriso si apre con Guiding light, grazie alle pennate di Marcus che in Woman diventano un intenso arpeggio.

Per scomodare le parole “ritmo” e “groove” si può dire che Delta dei Mumford & Sons non ne è privo, ma non ne è nemmeno caratterizzato. L’ascolto disegna un disco riflessivo e atmosferico, qualcosa che crea necessariamente un continuum con il precedente “Wilder mind”, e non perché concluda un discorso: Delta dei Mumford & Sons risponde a “Wilder mind” perché quest’ultimo era elettrico, o per dirla volgarmente era “più indie che folk”. Con Delta, i Mumford & Sons hanno rispolverato gli strumenti acustici e hanno puntato sulla pacatezza, tornando a essere “più folk che indie”.

La critica parla di passo indietro, ma si può parlare di corsa ai ripari anche senza la presenza di un pericolo. La band ha scelto di riscoprirsi e riproporsi mostrando la realtà delle loro cose, e che si tratti di una scelta personale è ben chiaro in tutte le 14 tracce di Delta dei Mumford & Sons.